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Il segno marchigiano nell'arte del Novecento. Scipione, Licini, Cucchi

Skira

Pesaro, Centro Arti Visive Pescheria, 12 luglio - 14 settembre 2008.
Milano, 2009; br., pp. 72, ill. b/n e col., cm 16,5x24.

ISBN: 88-6130-863-5 - EAN13: 9788861308633

Soggetto: Pittura

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Umbria e Marche

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.24 kg


Il segno marchigiano nell'arte del Novecento

Per la prima volta vengono messi a confronto tre protagonisti dell'arte del Ventesimo Secolo, caratterizzati da un'espressività visionaria che viene fatta risalire alle loro origini in terra marchigiana: Scipione a Macerata, Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado (AP) e Cucchi a Morro d'Alba (An)

Esiste un'anima marchigiana nella pittura più alta del Novecento? Si può identificare una pennellata capace di coniugare insieme realtà e visione, mito e tradizioni popolari, cieli tersi e morbide colline che caratterizzano il paesaggio delle Marche, questa regione plurale che sembra sfuggire a ogni definizione? C'è un tratto che fonde insieme i versi malinconici e universali di Giacomo Leopardi con la prosa folle e macchinosa di Paolo Volponi? Per tentare di rispondere a queste domande ho voluto affrontare la sfida di una mostra che mette a confronto per la prima volta tre maestri come Scipione, Osvaldo Licini ed Enzo Cucchi. Una rassegna complessa e impegnativa, che vede Pesaro come ideale punto di congiunzione tra Macerata, città natale di Scipione, Monte Vidon Corrado, il borgo natio di Licini in provincia di Ascoli Piceno, e Ancona, patria di Enzo Cucchi. Questi tre artisti si guardano l'un l'altro, posseduti da un'ansia di vivere e persi nella malia del guardare lontano, verso un infinito nascosto da una siepe che un secolo prima aveva catturato lo sguardo di Leopardi, e un altro, incorniciato dalle sagome svettanti dei torricini del Palazzo Ducale di Urbino, capace di incantare la penna di Volponi. Poeti, scrittori, artisti. Uniti da quel "segno marchigiano" che corre sottotraccia e unisce le rocche del Montefeltro con i portici di Ascoli Piceno, le Madonne ingioiellate di Carlo Crivelli e quelle contadine di Lorenzo Lotto. Un segno folle ed eretico, pacato e visionario, cocente come il sole che sorge e tramonta sui tetti di Ancona e ombroso come la luna che illumina le stradine deserte di Monte Vidon Corrado. (Dalla Presentazione di Ludovico Pratesi)

Scipione è rappresentato da rari olii su tavola come Il Colosseo (1931), l'Autoritratto (1927-28) e soprattutto il Profeta in vista di Gerusalemme (1930). Di Osvaldo Licini alcuni importanti dipinti come La sera (Grande) (1950), Amalasunta occhio giallo (1950), Amalasunta con trombetta su fondo giallo (1949) e Gli Amanti (1953). Il particolare rapporto tra Enzo Cucchi e le Marche viene documentato da capolavori come Paesaggio Barbaro (1983), Quadro minore marchigiano (1979) Quadro Santo (1980) e Carro di fuoco (1981).

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci