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La sindrome di Tamerlano. Arte e conflitti in Asia centrale. The Tamerlane Syndrome. Art and Conflicts in Central Asia

Skira

Orvieto, Palazzo dei Sette, 9 luglio - 2 ottobre 2005.
A cura di Mascelloni E.
Testo Italiano e Inglese.
Milano, 2005; br., pp. 152, ill. b/n e col., cm 21,5x28,5.
(Arte Moderna. Cataloghi).

collana: Arte Moderna. Cataloghi

ISBN: 88-7624-412-3 - EAN13: 9788876244124

Soggetto: Design,Fotografia,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Extra Europa

Extra: Arte Orientale & Indiana

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.86 kg


Com'è potuto accadere che l'intera Asia Centrale -conquistata a tappe diverse e non senza sforzo dall'Impero Russo; difesa con i denti da quello sovietico- sia stata lasciata scivolar via in un breve volger di giorni? Perché le cinque Repubbliche ormai sovrane intrattengono tra loro relazioni spesso conflittuali ed a volte prossime alla guerra? Come si configura una nuova identità islamica in Asia Centrale nell'epoca di un conflitto che attraversa larghe parti del Medio Oriente, del Caucaso e del Sub-Continente Indiano ed in cui l'Islam radicale è un protagonista indiscusso? Il nuovo "Great Game"di cui straparlano un po' tutti i commentatori è ben installato o è un gadget politico-letterario? La Sindrome di Tamerlano è una malattia cronica, mortale, infettiva o è semplicemente psicosomatica? La "Via della Seta" non è piuttosto la "Via dell'Oppio" o la "Via dei Conflitti"?

A rispondere o piuttosto ad attraversare le questioni di cui sopra saranno gli artisti di questa mostra e le loro opere: Said Atabekov, Smail Bayalev, Muratbek Dzhumalev, Alimzhan Gorobaev, Gulnara Kasmaleva, Rhustam Khalfin, Roman Maskaliov, Erbosyn Meldybekov, Almagul Menlibaeva, Saken Narynov, Gennady Ratushenko, Georgy Tryakin-Bukharov, Alexander Ugai.

Le opere, spesso di grandi dimensioni, a volte di carattere installatorio, verranno allestite nelle sale di Palazzo dei Sette dagli artisti stessi. Protagonisti di una nuova generazione centroasiatica, essi affrontano le questioni della violenza e del conflitto, dello sciamanesimo e dell'Islam, delle metropoli già sovietiche e della "steppa eterna" avvalendosi dei media tecnologici come il video e la fotografia, dei materiali tradizionali come il feltro, dei linguaggi canonici come la pittura e la scultura.

La mostra presenta un mondo ancora sostanzialmente sigillato alle curiosità politico-turistiche dell'Occidente (con l'eccezione parziale delle enclave turistiche di Samarkanda e di Buchara). In tale isolato laboratorio la Sindrome di Tamerlano, cioè la conflittualità come principale determinazione del mondo contemporaneo, è affrontata con una radicalità ed una tensione poetica che ha pochi paragoni altrove. Anche la recentissima "Rivoluzione dei tulipani" in Kirgizistan (Marzo 2005) è oggetto di un lavoro in forma di video, girato in presa diretta dagli stessi protagonisti durante le giornate di Marzo. Il tema della mostra trova una drammatica conferma nel bagno di sangue che ha momentaneamente represso la rivolta di Andizhan (Uzbekistan).

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci