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ricerca avanzata

La geografia dei sistemi dell'arte nella Lombardia ottocentesca

Spazio Aref

Brescia, 2011; br., pp. 690, ill. b/n, cm 17x24.
(Nuovi Itinerari della Ricerca. 5).

collana: Nuovi Itinerari della Ricerca

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 2.25 kg


Il nuovo libro dei Nuovi itinerari della ricerca prosegue sulla strada tracciata da Vado a Brera (2008), e partendo dall'Accademia milanese considera situazioni "periferiche" quali Bergamo, Brescia e Pavia.
Il centro del sistema dell'arte lombardo, per tutta la prima metà dell'Ottocento, si configura nell'Accademia di Brera, che ricopre storicamente ruoli diversificati e diviene un fragile, ma sostanziale punto d'equilibrio tra il passato ed il presente. Al "modello Brera" si rifanno giocoforza tutti i contesti regionali in forma di subordinazione e o imitazione, come Brescia e Pavia, ma anche di contrapposizione quasi sempre in posizione arretrata, vedi il caso Bergamo.
Brera contribuisce poi a far decollare il mercato, nuovo e imperioso soggetto del sistema dell'arte contemporaneo, in alleanza con nuovi soggetti emersi "fuori tempo", come la Permanente, mancato polo alternativo al potere accademico.
A questa nuova impresa editoriale hanno partecipato diversi valenti ricercatori, storici e critici d'arte, operanti in differenti aree territoriali: Nicoletta Colombo è autrice di un saggio sulla realtà artistica milanese del secolo XIX; Roberto Ferrari ha curato lo studio sull'editoria del capoluogo lombardo; Silvia Iacobelli e Maddalena Penocchio hanno invece preso in esame i premiati a Brera, gli espositori alla Permanente, e per quanto concerne il contesto bresciano le mostre dell'Ateneo;
realtà quella bresciana analizzata anche da Marco Camisani, per quanto riguarda i salotti e gli operatori culturali che si sono occupati d'arte, sempre nel secolo XIX; Roberto Ferrari, Federica Bertella e Fabiana Verrillo hanno analizzato il ruolo storico dell'Accademia Carrara di Bergamo; Francesca Porreca ha studiato la realtà pavese; Salvatore Ferrari ha aperto una via verso il nord-est con una ricerca inedita sui legami profondi tra il centro milanese e il Trentino

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