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Medhat Shafik. Sabbie

Spirale Arte

Milano, Galleria Spirale Arte Contemporanea, 13 novembre - 22 dicembre 2002.
Testo Italiano e Inglese.
Milano, 2002; br., pp. 62, 27 ill. b/n e col., 27 tavv. b/n e col., cm 24x30.

Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Extra: Arte Islamica

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.36 kg


SpiraleArte artecontemporanea ha il piacere di presentare al pubblico milanese, per la prima volta nella galleria di c.so Venezia, gli ultimi lavori dell'artista egiziano che vive in Italia ormai da più di vent'anni.
Si tratta di quindici opere dove Shafik esprime, nel suo linguaggio sempre più poetico, il senso di smarrimento legato al nostro tempo nel quale, in modo simile a un'impronta nella sabbia del deserto, è sempre più difficile lasciare un segno, una traccia.
Dice l'artista nella presentazione della mostra: "Nei luoghi delle sabbie, in tempi di diaspore, nell'incertezza del presente e dei domani, mi soffermo per imprimere un segno legato alla vita, alla poesia, così leggero, così etereo, simile al respiro di un bambino."
Si tratta, infatti, di vere e proprie impronte, realizzate con matrici scultoree di legno simili a dei totem, su una carta di cotone morbida e dello spessore della stoffa, nella quale affiorano reperti di vetri, stoffe, disegni di antiche scritture che riportano alla mente mappe di tesori scomparsi e ritrovati. Oppure tele dove la materia si addensa come dune di sabbia, per lasciare trasparire figurazioni velate da misteriose garze, simboli, pietre, improvvisi bagliori di colore.
Shafik è nato in Egitto nel 1956 ma dal 1976 vive in Italia e si è diplomato in pittura e scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
La sua consacrazione è arrivata con la Biennale di Venezia del 1995, dove il Padiglione Egitto da lui rappresentato con quadri e un'installazione, venne premiato con il Premio delle Nazioni.
Artista di successo internazionale, pittore ma anche scultore, abile alchimista nel mescolare materiali e tecniche diverse, riesce a coniugare le suggestioni e i colori delle terre d'oriente con le più avanzate modalità compositive delle avanguardie occidentali. Si tratta, infatti, di un incontro felice tra due culture: quella orientale, dell'idioma materno e quella occidentale, appresa nei suoi studi milanesi.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci