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Leggere le voci. Storia di «Lucciola», rivista manoscritta al femminile

Sylvestre Bonnard

A cura di P. Azzolini e Brunelli D.
Milano, 2007; br., pp. 360, ill. b/n e col., cm 17x24.
(Fuori Collana).

collana: Fuori Collana

ISBN: 88-89609-39-7 - EAN13: 9788889609392

Soggetto: Periodici

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.964 kg


Nella Sicilia profonda a cavallo fra Otto e Novecento la figlia di un nobile siciliano e di una aristocratica inglese decide di coinvolgere donne di tutta Italia - giornaliste, scrittrici, pittrici, ma anche semplici donne di casa - in un ambizioso progetto: una rivista manoscritta, tutta (o quasi) al femminile. Nasce così Lucciola, che dal 1908 al 1926, con regolarità invidiabile interrotta soltanto dalla prima Guerra Mondiale, verrà costruita numero dopo numero in un perpetuo viaggiare postale di quaderni lungo la penisola. Articoli di letteratura, costume, ma anche di impegno politico (nei mesi che precedono la Grande Guerra, ad esempio) e di protofemminismo.
I numeri della rivista - tutti, rigorosamente, numeri unici - sono ora conservati a Verona, dove le due curatrici, Paola Azzolini e Daniela Brunelli, li hanno amorevolmente fatti rivivere in un libro stupefacente: stupefacente per la bellezza di una rivista composta in modi così caserecci (la grafica delle copertine percorre tutte le avanguardie del tempo), stupefacente per la varia ricchezza dei contributi, stupefacente perché restituisce un quadro inedito della società italiana dell'epoca.
Alcuni pezzi anticipano le grandi conquiste sociali dei tempi nuovi. Un esempio? La battaglia per "Il voto alle donne" che inizia con le parole: "Questa guerra ha fortunatamente sfatata un'altra leggenda: quella dell'incapacità delle donne a rendere opera utile nel campo intellettuale ed industriale... Dopo questa prova del fuoco la soluzione in senso positivo del voto alla donna è veramente la conseguenza di una giustizia distributiva... Purtroppo la donna è stata sinora vittima della legislazione attuale, che ha consacrato una serie di privilegi per l'uomo ed una serie di limitazioni nei diritti spettanti alla donna." Non mancano però testi più frivoli, come la "lettera a Silvio" del 21 gennaio 1911: "Silvio carissimo, tua moglie non ti ama più... Amico mio, vuoi un consiglio? Non affliggerti, non fantasticare, non creare dei fantasmi immaginari. E poi, smetti i musi e ... cerca di non spettinarti!" Due esaurienti saggi introduttivi narrano la genesi e le vicende della rivista e delle donne che la realizzarono;
all'ampia antologia fa seguito un saggio su La musica delle Lucciole.

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