libreria specializzata in arte e architettura
english

email/login

password

ricordami su questo computer

invia


Hai dimenticato la tua password?
inserisci il tuo email/login qui sotto e riceverai la password all'indirizzo indicato.

invia

chiudi

FB googleplus
ricerca avanzata

Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna. Vol. 13

Tipolitografia Temi

Trento, 2009; br., pp. 276, 12 tavv. col., cm 21x26,5.
(Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna. Volume 13. 2007. Anno XII).

collana: Nuovi Studi

ISBN: 88-89706-51-1 - EAN13: 9788889706510

Soggetto: Periodici,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: Tutti i Periodo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.04 kg


INDICE 5 Linda Pisani Un nuovo polittico di Francesco Traini: provenienza, ricostruzione, cronologia e ricezione 13 Lau ra Amb rogi Un singolare crocevia ai confini del regno: il palazzo della Santissima Annunziata a Sulmona 31 Germa no Boff i Sull'arte di Giovanni di Biasuccio da Fontavignone, con qualche aggiunta a Silvestro dell'Aquila e Saturnino Gatti 49 Cristina Qua ttrini Una deposizione dalla croce di Bernardo Zenale 55 Catia Ceccacci Due nuove statue e altre proposte per l'attività di fra Mattia della Robbia nelle Marche 83 Patrizia Tosini Opere dimenticate di Giovanni de' Vecchi 91 Stefa no Tum idei Federico Zuccari e i gesuiti bolognesi: la pala del 1608 105 Lau ra Paola Gnaccolini Un dipinto di Luciano Borzone nella bergamasca 115 Federico Cavalieri Il "Rinomato Taurini": un nuovo attore sulla scena della pittura milanese del Seicento 123 Paolo Vanoli Tre quadri di Andrea Lanzani, tra Roma e Vienna 129 Alessandro Morandotti Opere di Gregorio de Ferrari e Francesco Corneliani in giro per l'Europa 137 Marco Riccomini Batoni a Cerreto Guidi Questo numero di 'Nuovi studi' è dedicato alla memoria di Stefano Tumidei (Forlì 1962 - Bologna 2008) Stefano era una figura di studioso atipica. Originario di Forlì, cui si sentiva orgogliosamente legato, aveva studiato all'università di Bologna, dove si era laureato nel 1986 con una tesi su Melozzo da Forlì, affidatagli da Carlo Volpe, seguita da Anna Maria Matteucci. L'immedesimazione col suo primo oggetto di dilezione era tale che gli amici talora lo chiamavano scherzosamente 'Melozzo'. Alla pittura romagnola della fine del Quattrocento dedicò energie straordinarie, da ultimo in occasione della bella mostra che la città di Forlì dedicò a Marco Palmezzano, nel 2006. Non soffriva però di essere ingabbiato in un campo delimitato. Pochi studiosi della sua generazione hanno infatti spaziato in ambiti così lontani tra loro, dimostrando una curiosità insaziabile, dalla scultura romanica alla pittura ferrarese del Cinquecento, dalla scuola avignonese di Simone Martini a Fra Bartolomeo, da Pisanello alla scultura tardobarocca bolognese, da Alessandro Menganti ad Antonio Balestra, da Agostino Marti ai pittori di paesaggio dell'Ottocento tedesco. A muoverlo era un'autentica passione figurativa, per cui non concepiva recinti o preclusioni di sorta. Pari curiosità lo spingeva ad usare metodi diversi, con l'ambizione di affrontare i problemi e le opere che stava studiando in un'ottica globale, a trecentosessanta gradi, senza nulla trascurare, dal cimento attributivo all'indagine d'archivio, dall'inseguimento delle fonti più rare all'esame tecnico dei materiali, dalla decifrazione di iconografie difficili alla storia del collezionismo e del gusto.
Nel lavoro, prima ai Musei civici d'arte antica a Bologna (1994-2000), poi all'università di Ravenna (2000- 2008), mise tutto se stesso. Era esigente con sé prima che con gli altri. Per lui non esistevano lavori di routine, prendeva sempre tutto tremendamente sul serio, anche se come persona sapeva poi regalare agli amici ironia e leggerezza. Alcune sue schede, come quella sulla pala di Perugino nel catalogo della Pinacoteca civica di Fano, sono esemplari non solo per la maniacale completezza dei dati, ma anche per la capacità di intravedere ed inquadrare le problematiche più complesse nel limite di un intervento così circoscritto ed in fondo occasionale.
Guardava e sapeva guardare le opere, sorprendendo anche gli amici che più lo ammiravano per la vastità insospettata delle sue conoscenze. Proprio su questa rivista ha pubblicato due scoperte che ben dimostrano le sue qualità non comuni. Molti conoscevano la foto di una Madonna col Bambino che era appartenuta alla Galleria Lucas a Vienna, presente in tante fototeche, ma nessuno aveva mai capito che era un capolavoro di Liberale da Verona verso il 1470 (Liberale da Verona: un'aggiunta per gli anni senesi, in 'Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna', II, 1996, 2, pp.5-9). Molti erano entrati in Santa Maria della Fava a Venezia, ma nessuno si era accorto che vi si trovava uno splendido Ecce Homo in busto di Filippo Parodi (Una segnalazione veneziana per Filippo Parodi , in 'Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna', VI-VII, 2001-2002, 9, pp.177-182). Il riconoscimento di una pala di Federico Zuccari, raffigurante una Visione di Sant'Ignazio di Loyola, dipinta per i gesuiti bolognesi, dimenticata nei depositi della Pinacoteca nazionale, oggetto dell'articolo che si pubblica in questo numero, una volta di più testimonia quanto egli fosse brillante. Come era nel suo stile la scoperta è preparata da sottili e complessi ragionamenti e diventa l'occasione per metter a fuoco la figura dell'artista di Sant'Angelo in Vado nei suoi ultimi anni e il problema dei controversi rapporti con l'ambiente bolognese.
La storia dell'arte di Stefano, che partiva sempre dalle opere e poi spaziava con intelligenza e dottrina fino a ricostruire a tinte vivide spaccati storici assai articolati, è la nostra storia dell'arte.
Con la morte di Stefano tutti noi perdiamo un compagno di strada incomparabile, un interlocutore sempre stimolante e generoso, uno studioso che lavorava con tenacia e rifuggiva facili riflettori, un amico che per gli altri si spendeva senza risparmi.

COMPRA ANCHE



OFFERTE E PROMOZIONI
€ 55.00

spedito in 2/3 sett.


design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci