Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna. Vol. 13
Tipolitografia Temi
Trento, 2009; br., pp. 276, 12 tavv. col., cm 21x26,5.
(Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna. Volume 13. 2007. Anno XII).
collana: Nuovi Studi
ISBN: 88-89706-51-1 - EAN13: 9788889706510
Soggetto: Periodici,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura
Periodo: Tutti i Periodo
Testo in:
Peso: 1.04 kg
Nel lavoro, prima ai Musei civici d'arte antica a Bologna (1994-2000), poi all'università di Ravenna (2000- 2008), mise tutto se stesso. Era esigente con sé prima che con gli altri. Per lui non esistevano lavori di routine, prendeva sempre tutto tremendamente sul serio, anche se come persona sapeva poi regalare agli amici ironia e leggerezza. Alcune sue schede, come quella sulla pala di Perugino nel catalogo della Pinacoteca civica di Fano, sono esemplari non solo per la maniacale completezza dei dati, ma anche per la capacità di intravedere ed inquadrare le problematiche più complesse nel limite di un intervento così circoscritto ed in fondo occasionale.
Guardava e sapeva guardare le opere, sorprendendo anche gli amici che più lo ammiravano per la vastità insospettata delle sue conoscenze. Proprio su questa rivista ha pubblicato due scoperte che ben dimostrano le sue qualità non comuni. Molti conoscevano la foto di una Madonna col Bambino che era appartenuta alla Galleria Lucas a Vienna, presente in tante fototeche, ma nessuno aveva mai capito che era un capolavoro di Liberale da Verona verso il 1470 (Liberale da Verona: un'aggiunta per gli anni senesi, in 'Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna', II, 1996, 2, pp.5-9). Molti erano entrati in Santa Maria della Fava a Venezia, ma nessuno si era accorto che vi si trovava uno splendido Ecce Homo in busto di Filippo Parodi (Una segnalazione veneziana per Filippo Parodi , in 'Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna', VI-VII, 2001-2002, 9, pp.177-182). Il riconoscimento di una pala di Federico Zuccari, raffigurante una Visione di Sant'Ignazio di Loyola, dipinta per i gesuiti bolognesi, dimenticata nei depositi della Pinacoteca nazionale, oggetto dell'articolo che si pubblica in questo numero, una volta di più testimonia quanto egli fosse brillante. Come era nel suo stile la scoperta è preparata da sottili e complessi ragionamenti e diventa l'occasione per metter a fuoco la figura dell'artista di Sant'Angelo in Vado nei suoi ultimi anni e il problema dei controversi rapporti con l'ambiente bolognese.
La storia dell'arte di Stefano, che partiva sempre dalle opere e poi spaziava con intelligenza e dottrina fino a ricostruire a tinte vivide spaccati storici assai articolati, è la nostra storia dell'arte.
Con la morte di Stefano tutti noi perdiamo un compagno di strada incomparabile, un interlocutore sempre stimolante e generoso, uno studioso che lavorava con tenacia e rifuggiva facili riflettori, un amico che per gli altri si spendeva senza risparmi.
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