Il museo di antropologia criminale «Cesare Lombroso»
A cura di Montaldo S. e Tappero P.
Torino, 2009; br., pp. 325, ill., cm 22,5x24,5.
ISBN: 88-02-08165-4
- EAN13: 9788802081656
Soggetto: Collezioni,Pittura
Luoghi: Piemonte e Valle d'Aosta,Toscana
Testo in:
Peso: 1.06 kg
A cento anni dalla morte di Cesare Lombroso, fondatore dell'Antropologia criminale, riapre a Torino il suo "museo criminale". Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati. Lombroso iniziò a raccogliere questi materiali intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l'aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e negli altri paesi europei, in Africa, America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l'opera fino al 1932, quando venne espulso dall'Università per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo. Il museo, unico al mondo, non è una raccolta di strumenti di punizione, anche se ne possiede alcuni; non vuole offrire al pubblico una sequenza di grandi criminali e di delitti efferati, sebbene tratti anche della criminalità. Intende, invece, presentare il pensiero di uno scienziato fortemente interessato ai problemi della sua epoca e che fu guidato da una profonda curiosità verso il crimine e verso qualsiasi forma di devianza dalle norme della società borghese ottocentesca, un'anormalità intesa anche in senso positivo, nelle persone di genio artistico, scientifico o politico capaci di far progredire l'umanità.