Pier Francesco Mola (1612-1666). Materia e colore nella pittura del '600
Ugo Bozzi Editore
Roma, 2012; ril. in cofanetto, pp. 400, 350 ill. b/n, 150 ill. col., tavv. col., cm 25x29.
ISBN: 88-7003-051-2 - EAN13: 9788870030518
Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 3.68 kg
Il favore goduto presso i Pamphilj durante il pontificato di Innocenzo X (1644 - 1655) e i Chigi regnante Alessandro VII (1655 - 1667), la protezione di Cristina di Svezia, oltre alle commissioni ottenute da importanti casate (Costaguti, Colonna, Omodei) sono effettivamente una prova del consenso che il Mola riuscì a consolidare a Roma tra il 1650 circa e la morte, culminato con l'elezione a principe dell'Accademia di San Luca nel 1662.
Il pittore di fiori Abraham Brueghel in alcune lettere al principe Antonio Ruffo è testimone del mito del Mola; il 22 maggio 1665 scriveva che fra tutti i pittori attivi a Roma "Carluccio [il Maratta] e Mola sono di più stimati" e dopo la sua morte, il 20 novembre 1670, laconicamente sentenzia "qui ha lasciato fama del primo Pictor d'Italia".
La vasta bottega, la considerevole quantità di copie di sue opere che circolano ancora sul mercato, presenti in raccolte pubbliche e private, l'influsso esercitato su generazioni di pittori fino all'800, sono un chiaro riflesso del successo ininterrotto della sua pittura.
Il Mola, certamente tra gli artisti meno ortodossi nel variegato panorama del Barocco Romano, manifestò l'ambizione di affermarsi come pittore completo, sia nell'ambito creativo allora ritenuto di maggior prestigio, cioè la pittura di storia, che in alcuni settori un tempo considerati pertinenti alla pittura di genere, come erano la pittura di paesaggio e la ritrattistica.
La grande modernità della pittura del Mola è testimoniata dal fatto che Delacroix consigliasse agli allievi di copiare sue opere. E' infatti un dipingere di forza impressionista, tutto giocato sul colore "neoveneziano" e guercinesco, in cui gli effetti pittorici a "macchia" sembrano anticipare la pittura realista dell'800.
Dopo la monografia di Richard Cocke del 1972, ormai ampiamente superata, le mostre di Roma, Lugano del 1989-1990, di Ariccia del 2005, gli studi sul Mola hanno registrato significativi progressi, anche nell'ambito della conoscenza della sua bottega, dei suoi allievi e del significativo influsso esercitato dal maestro, sia nella pittura di paesaggio che di figura.
È quindi molto attesa nell'ambito degli studi una aggiornata monografia sul pittore, che riunisca in una grande sintesi i contribuiti nuovi emersi e metta in risalto il ruolo di protagonista assoluto del Mola nell'ambito dell'arte del Seicento europeo.
Acta Palaeomedica. International Journal of Palaeomedicine. Vol. 3