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L'Italia s'è desta. Arte in Italia nel secondo dopoguerra 1945-1953

Umberto Allemandi

Ravenna, MAR - MUSEO D'ARTE DELLA CITTA', 13 febbraio - 26 giugno 2011.
Ravenna, MAR - Museo D'Arte Della Città, 13 febbraio - 26 giugno 2011.
A cura di Spadoni C.
Torino, 2011; br., pp. 336, ill. b/n e col., tavv., cm 24x27.
(Cataloghi).

collana: Cataloghi

ISBN: 88-422-1966-5 - EAN13: 9788842219668

Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.6 kg


Come si presenta il panorama artistico italiano alla conclusione del secondo conflitto mondiale? Per la prima volta in modo complessivo la mostra L'Italia s'è desta: 1945 - 1953. Arte italiana del secondo dopoguerra da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri ne farà un'ampia e organica ricognizione. Dal 13 febbraio al 26 giugno 2011 le oltre 160 opere saranno esposte nelle sale del Mar - Museo d'arte della città di Ravenna.
In una manciata d'anni, dal 1945 al 1953, il fervore innovativo delle ultime generazioni cambia decisamente volto all'arte italiana, da Milano a Roma, da Venezia a Torino.
Pur da sponde diverse, in alcuni casi decisamente contrapposte, la premessa comune degli artisti italiani sembra non poter essere che la rimozione quasi senza appello di quasi tutto ciò che era accaduto fra le guerre, compresi "maestri" come Carrà, De Chirico, Morandi, Sironi ed altri che la mostra documenta. Si guarda soprattutto a Picasso, al Picasso di Guernica, inteso come modello stilistico e insieme ideologico. L'arco di tempo analizzato nel percorso espositivo ha proprio come termine il 1953, quando all'artista spagnolo viene dedicata in Italia una vasta rassegna a Roma e a Milano.
Un vivo fermento artistico anima la penisola, sono gli anni della dura contrapposizione fra figurazione realista e i diversi astrattismi; sono gli anni del Fronte nuovo delle Arti, di Forma 1, dello Spazialismo, del MAC, del Nuclearismo, del Gruppo degli Otto; sono gli anni di Afro, di Baj, di Burri, di Dorazio, di Dorfles, di Fontana, di Guttuso, di Leoncillo, di Vedova, per citarne solo alcuni; sono gli anni in cui gli artisti italiani cercarono una nuova libertà espressiva dopo la tragedia della guerra.
[...]Se oggi è stato possibile che un così folto gruppo di artisti abbia così entusiasticamente aderito [...] 'contro le barbarie' e la guerra, ciò sta a dimostrare l'alta coscienza civile degli artisti italiani, sta a dimostrare da che parte stanno questi artisti, i quali appartengono a tutte le tendenze estetiche e politiche. [...]" (R. Guttuso, 1951) La mostra del Mar, curata da Claudio Spadoni, è promossa dal Comune di Ravenna, dall'Assessorato alla Cultura e dal Museo d'Arte della città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Tra le iniziative collaterali, il Mar propone una rassegna cinematografica con la proiezione dei film dell'epoca, a partire dal capolavoro di Rossellini Roma Città aperta.
Documenta l'esposizione un importante catalogo edito dalla casa editrice Allemandi, a cura di Claudio Spadoni, con saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Caramel, Claudia Casali, Alberto Giorgio Cassani, Francesco Poli, Luisa Somaini, mentre gli apparati bibliografici sono di Irene Biolchini e Davide Caroli.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci