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Ferroni. La Durata della Memoria

Umberto Allemandi

A cura di C. Gatti e Ceribelli A.
Torino, 2021; br., pp. 120, ill. b/n e col., cm 21x30,5.
(Varia).

collana: Varia

ISBN: 88-422-2550-9 - EAN13: 9788842225508

Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


«Il rapporto di Gianfranco Ferroni con Bergamo è stato un rapporto costruito sull'amicizia, sulle relazioni e sugli spazi. Spazi, quelli bergamaschi, che Ferroni ha abitato nell'ultima fase della sua carriera artistica e che ha saputo rappresentare nei suoi lavori, "riempiendoli" di silenzio, luce e pura fascinazione. Ferroni è stato un artista di poche parole , forse, in questo, molto vicino al proverbiale carattere schivo dei bergamaschi ,, affidando esclusivamente alle immagini la sua poetica insieme densa e rarefatta e lasciando che l'osservatore potesse intuirla, attraversarla, sentirla. Potesse anche coglierne il messaggio militante di denuncia contro la violenza e le ingiustizie sociali. Potesse rivestirla di emozioni, pensieri e parole, appunto. Tra questi osservatori, c'è stato anche l'appassionato ed erudito critico d'arte Mario De Mi, cheli, che gli ha dedicato studi e riflessioni e il cui prezioso Fondo è stato recentemente donato dalla famiglia all'Università degli studi di Bergamo. Per questo, abbiamo accolto con piacere la proposta di ospitare la mostra Gianfranco Ferroní ( 1927,2001). "La durata della memoria" nella stessa sede universitaria che conserva l'archivio e collezione De Micheli, ossia Palazzo Bassi Rathgeb: ci è sembrata un'ottima occasione per mettere idealmente in dialogo, attraverso uno spazio condiviso, queste due complesse e icastiche personalità della cultura novecentesca. Del resto, è la natura stessa di Palazzo Bassi Rathgeb, che si anima e corrobora sul dialogo tra l'Università di Bergamo e la Fondazione Bernareggi, a renderlo il luogo di intersezione privilegiato di ricerche, scambi e visioni volti a valorizzare il patrimonio artistico nella sua accezione più ampia, creando sinergie e collaborazioni proficue tra diverse realtà locali, nazionali e internazionali. È l'inizio di un progetto di ampie vedute e l'opera di Gianfranco Ferroni, la sua profonda essenzialità, ma anche la sua capacità di mettersi in relazione con i maestri del passato così come con le espressioni artistiche più attuali, è sicuramente di buon auspicio per ciò che l'Università intende sviluppare a partire dal Fondo De Micheli, ossia la costruzione di una rete dialogica che valorizzi e promuova lo sguardo sull'arte in maniera interdisciplinare.» (Dalla Prefazione di Remo Morzenti Pellegrini). Prefazione di Armando Santus. Introduzione di Antonio Natali.

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