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Massimo Mariani. Progetti 1980-2005

Verba Volant

Testo Italiano e Inglese.
Firenze, 2005; br., pp. 232, 200 tavv. b/n e col., cm 25x31.

ISBN: 1-905216-02-5 - EAN13: 9781905216024

Soggetto: Architetti e Studi,Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura)

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 1.82 kg


Massimo Mariani è un architetto particolare, direi quasi anomalo, che ha saputo elaborare un suo pianeta architettura autonomo, creato dal connubio tra la sua conoscenza (e intuizione) dello spazio e la sua capacità di tradurre l' oggetto architettonico (in particolare per quanto riguarda la sua, ormai lunga, pratica nell' architettura di uso pubblico) in una sorta di prototipo o di esemplare unico di un lavoro hight-tech, come una navicella spaziale.
E ha sempre portato avanti la stessa impostazione progettuale fin dai suoi primi concorsi (da quello del "Ponte dell' Accademia" alla Biennale di Venezia dell' '85, con Remo Bufi, a "La casa più bella del mondo", '88 e '91, nell'ambito delle manifestazioni legate al nuovo design, o "antidesign" radicale, che Andrea Branzi ha definito "design postindustriale", al concorso per la nuova sede comunale a Casalecchio sul Reno. '98, dalla copertura erbosa a forma di stella) e fin dalla realizzazione di una delle sue prime sedi bancarie a Fornacette ('91-'95), che, come ricorda Cecilia Barbieri nel suo attento e affettuoso intervento, definivo una sorta di "angelo-macchina tecnologico", un angelo metropolitano "calato su un terreno sconosciuto, forse ostile da cui sembra volersi difendere". Il contesto nel quale si calano i suoi lavori è quasi sempre quello di una periferia banale, talvolta degradata, che intende riscat-tarsi, specialmente la sera, attraverso i colori abbaglianti delle insegne sgargianti, alla Las Vegas.
Anche le realizzazioni di Mariani scelgono la sera e la notte per "apparire" in tutta la loro diversità, che trova conferma nelle sue forme bloccate, come performate, pressurizzate, e si rafforza nell'uso di materiali leggeri, tecnologici, di cui egli ricopre le superfici esterne, a rendere l'idea di difesa di un tesoro, il più difeso da sempre quale espressione di potere, il denaro racchiuso all'interno, come in un fortino.
Ma quando si passa agli interni Mariani rovescia il concetto che sembra inizialmente porsi come caratteristica condizionante del tema (I'idea di banca come forziere segreto), creando spazi di carattere urbano, evocando I'idea di piazza, di percorso, di comunicazione, con affacciamene e piccoli terrazzi, la cui luminosità si riversa, particolarmente in veduta notturna, a mezzo di aperture verso I'esterno, a rendere ironicamente accessibile e, perché no, raggiungibile (?), il tesoro nascosto...
- Lara-Vinca Masini

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