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12 donne in Toscana tra '800 e '900

Firenze, 2002; cartonato, pp. 80, ill. b/n e col., cm 25x15.
(Archivi del contemporaneo alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti. I quaderni di Pitti. 2).

collana: I quaderni di Pitti

Soggetto: Tessuti (Arazzi, Tappeti, Ricami)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.26 kg


"Il mio corsetto mi stringe troppo forte e il naturale mi è escluso./ Lavarsi, mangiare, vestirsi, senza alcuna fiducia./ La pazzia amorosa non è che una stella filante nel deserto."
La rassegna di profili di donne presentata alla Galleria del costume crea una storia parallela delle arti e della società toscane tra XIX e XX secolo. I ritratti di dodici protagoniste sono realizzati con una sapiente miscela di abiti, oggetti, ritratti, autografi e testimonianze.
Gli abiti in mostra sono esemplari del mutamento delle mode e dei costumi: dal tulle e raso degli abiti stile impero, alla raffinata vestaglia dalla linea scivolata e avvolgente creata da Fortuny per Eleonora Duse, per arrivare al tailleur modello Chanel in tweed, sinonimo di eleganza nell'Italia degli anni Sessanta.
Ma non basterebbero gli abiti a tradurre visivamente le esperienze e la personalità di queste dodici donne e per ricrearne lo spirito i curatori, Carlo Sisi e Laura Melosi, hanno inteso accostarli a ricordi e immagini. Vediamo allora un'intensa fotografia di Nunes Vais che ritrae Sibilla Aleramo o il busto ritratto di Carlotta Lenzoni de' Medici realizzato con sapienza da Pietro Tenerani e quello del volto di Eleonora Duse, ‘divina' apparizione; fotografie graziose e civettuole di Maria Bianca Viviani della Robbia, alcuni autoritratti d 'Adriana Pincherle, i libri per bambini di Laura Orvieto in un viaggio nella memoria e nella scoperta.
La rassegna si apre con Charlotte Bonaparte, "digne de son nom " per la vita avventurosa che condusse, passando poi alle grandi animatrici dei salotti fiorentini prima e dopo l'Unità, quando Firenze svolgeva un ruolo di centro di elaborazione politico culturale, "in cui le donne son [...] dappiù degli uomini ".
La fine dell'Ottocento si identifica con la cerchia del Marzocco, richiamata dall'attività di Laura Orvieto, sensibile autrice delle Storie della storia del mondo e per la sua attenzione alla letteratura dell'infanzia condiviso anche da Amelia Rosselli.
Si continua penetrando le poetiche del secolo appena trascorso con due donne artiste: Leonetta Cecchi Pieraccini, moglie di Emilio Cecchi e vicina ai pittori della Scuola Romana di cui ammiriamo una Ballerina e un intenso Autoritratto e di Adriana Pincherle, anch'ella valente pittrice vicina al neoespressionismo e sorella di Alberto Moravia.
Concludono la serie: Paola Ojetti, traduttrice sensibile di Shakespeare e Anna Banti, che con il suo femminismoavant la lettre avviava la riscoperta del ruolo delle donne nella storia e nell'arte.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci