Litterae Florentinae
AA.VV.
Di Carlo Edizioni
Reggio Emilia, 2023; paperback, pp. 334, cm 14x22.
EAN13: 9791281566033
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Weight: 0.51 kg
Così ebbe inizio l’avventura di questa antologia.
Lungi da me, con questo titolo altisonante, rispolverare un’idea di rinascimento legata al passato di Firenze, quasi fosse la panacea per qualunque cosa oggi si faccia.
Io penso che il rinascimento sia stato un tesoro prezioso, che ci ha lasciato in eredità opere meravigliose. È come uno scrigno dal quale trarre fuori ciò che ci serve. Certamente questo è valso per tanto tempo ma, come avviene per tutti i tesori, anche per quelli enormi, prima o poi troveremo lo scrigno vuoto. Il Rinascimento è frutto dell’ingegno, dell’inventiva, della capacità che l’uomo possiede di dar corpo ai sogni, all’idealità. Gli uomini sì fatti sono terminati e rimangono soltanto le vestigia. Senza uomini e idee, senza quella spinta importante all’idealità, tutto rimane sospeso nel tempo e nello spazio incapace di comunicare l’afflato che ha generato tali prodigi. Così, Firenze ha iniziato la propria decadenza perché non ha saputo valorizzare gli uomini che sapevano guardare oltre ciò che gli accadeva intorno, non cogliendo quella modernità che essi annunciavano con la loro vita e le loro opere. Il passato avrebbe fatto da trampolino affinché la città potesse affrontare un nuovo “rinascimento”, questa volta non fatto soltanto di opere d’arte in cerca di un bello che togliesse il fiato.
Bensì di uomini e idee che guardavano avanti disegnando un futuro che sarebbe arrivato.
Coglierne i segni, le tensioni, farli propri, voleva dire dar vita a una nuova coscienza, una nuova consapevolezza di sé, all’interno di quei solchi che la vita stessa ci proponeva e che avrebbero segnato una via percorribile per il rinascimento delle coscienze, di una morale, e di un’etica sempre più necessarie. Ce ne rendiamo conto soltanto oggi.
Come non vedere in Don Milani, con la sua visione sull’educazione, una risposta a una società che non può fare a meno della scuola. In un mondo sempre più votato all’individualismo, dove predomina il pensiero egocentrico, il suo I care (m’interessa) poteva e doveva diventare la chiave di lettura per una scuola inclusiva, non votata all’eccellenza dei migliori e all’esclusione degli altri, poteva e doveva essere la scuola di tutti che educa sì al bello, ma non solo, di un quadro, di un’opera d’arte, della musica, ma anche educa “al bello” della nostra coscienza e dei nostri valori etici e morali.
Come dimenticare un grande fiorentino cattolico, politico, uomo di governo, che aveva intuito che la pace si costruisce attraverso il dialogo e non con l’invio delle armi, che vediamo a fianco degli operai della “Nuovo Pignone” insieme a don Giulio Facibeni, fondatore dell’Opera della Madonnina del Grappa. Un Giorgio La Pira tanto scimmiottato e tirato in ballo da uomini politici incapaci e inconcludenti, che certo non hanno fatto della politica la “più alta forma di carità” come diceva Papa San Paolo VI.
Come non pensare a Padre Ernesto Balducci e alla sua lotta per la pace, come era uso dire: “Se vuoi la pace costruisci la pace”.
Una pace purtroppo confusa e smarrita per qualunque nazione che ripudiando la guerra invia armi al fronte.
Il nuovo rinascimento doveva fondarsi su questi uomini e sulle loro idee, invece Firenze non ha saputo coglierne la spinta.
Così, quando è nata l’idea di questa antologia, frutto del concorso internazionale di letteratura e poesia Litterae Florentinae, ci è venuto spontaneo pensare a Scandicci, luogo dove, nella splendida cornice dell’Abbazia di San Salvatore e Lorenzo a Settimo, è sepolto il poeta “maledetto” Dino Campana.
Certo non pensiamo di emulare con questi scritti i suoi versi, anche perché ciascun scrittore è frutto della sua epoca, del suo tempo, del suo vissuto. Semplicemente abbiamo voluto una luce di riferimento che ci potesse in qualche misura illuminare il cammino.
Così abbiamo raccolto gli scritti in un volume per creare questa bella antologia: Litterae Florentinae, ricca di contenuti e idee che proiettano il pensiero di ieri nell’oggi rendendolo accessibile. Quello che vi trovate per le mani non è uno scrigno rinascimentale, bensì un piccolo gioiello che contiene poesie, racconti, frutto dell’impegno di poeti e poetesse che credono fermamente in una nuova era in cui il sogno diventa realtà, in cui la scrittura, la cultura, portano in sé il germe vivo e profondo di un rinascimento delle coscienze, di una storia che non s’interrompe e prosegue ai giorni nostri proiettandoci nel sacrario dell’animo di coloro che hanno scritto questi testi.
Ci vuole coraggio, o pazzia, nello scrivere oggi, perché spesso non si viene pubblicati, non si viene motivati a far conoscere le nostre idee.
In questo caso siamo stati fortunati, l’amico Poeta e scrittore Antonello Di Carlo, direttore editoriale della Di Carlo Edizioni, ha saputo con maestria interpretare e leggere l’afflato dei nostri animi e ha voluto pubblicare questa raccolta, affinché possa mostrare nel tempo che ancora c’è chi crede nel futuro della cultura.
Che dire dunque se non grazie, all’amico Antonello e a tutti coloro che, presenti in queste pagine, offrono i loro pensieri, la parte più intima di sé stessi, al lettore quale nutrimento dell’animo.
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