I piani del nemico. Cos'è e come funziona la scienza delle previsioni in tempo di crisi
Rizzoli
Milano, 2022; bound, pp. 300, cm 13,5x21.
(Saggi Italiani).
series: Saggi Italiani
ISBN: 88-17-16441-0
- EAN13: 9788817164412
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Weight: 0.46 kg
Londra, 1854. Il colera devasta la città. Un medico, John Snow, ha l'idea di segnare su una mappa i punti in cui la malattia colpisce con maggiore durezza. Si accorge che l'epicentro è una pompa d'acqua. Chiusa quella, il colera si ritrae. Il nemico è sconfitto. È la prima dimostrazione della potenza dei dati in campo epidemiologico. Ma virus e batteri sono un avversario ostinato. Che torna ad attaccare sotto varie forme, in tempi e luoghi diversi. Ebola, Sars, Mers. Epidemie imparagonabili tra loro, eppure unite da un filo comune. Ogni volta che un patogeno arriva a manifestarsi, si lascia dietro delle informazioni. Dei numeri. Velocità di contagio, pattern di spostamenti, indice di trasmissibilità. La scienza delle previsioni non mente: se si hanno a disposizione i dati, si possono elaborare modelli di strabiliante accuratezza. Saper leggere i numeri vuol dire stringere nel pugno i piani del nemico. Proprio come John Snow teneva in pugno la cartina di Londra. Ed è così che all'inizio del 2020, mentre tutti ripetono "Niente panico", il team di ricerca di Alessandro Vespignani è tra i primi a predire e suonare l'allarme della deflagrazione del Covid come grande pandemia del nuovo millennio. La scienza delle previsioni, quella del "tanto nessuno ci ha mai capito nulla", ha in realtà dimostrato per l'ennesima volta la sua potenza nel corso dell'emergenza. Ha rivelato tutti gli errori che sono stati fatti, ma anche tutte le lezioni che sono state apprese. L'autore, uno dei massimi studiosi del settore a livello mondiale, ci ricorda chi è il vero nemico, dove si annida, cosa possiamo fare per fermarlo. Quali sono i suoi punti di forza e quali le sue debolezze. Ma soprattutto ci dice quali sono le nostre debolezze, quali sono stati i nostri errori. E come fare a non ripeterli la prossima volta. Perché la vera domanda che due anni e mezzo di pandemia ci hanno lasciato non è quando arriverà un nuovo virus a sconvolgere le nostre esistenze. Ma se saremo preparati ad affrontarlo.