La "Salomè" del Romanino e altri Studi sulla Pittura Bresciana del Cinquecento
Ballarin Alessandro
Bertoncello Artigrafiche
Edited by Savy B. M.
Cittadella, 2007; 2 vols., paperback, pp. 728, 385 b/w ill., 151 col. plates, cm 26x33,5.
(Università di Padova. Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica. Pittura del Rinascimento nell'Italia Settentrionale. 9).
ISBN: 88-86868-25-1 - EAN13: 9788886868259
Subject: Essays (Art or Architecture),Masterpiece,Monographs (Painting and Drawing),Painting
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Places: Lombardy
Extra: Frescoes
Languages:
Weight: 4.64 kg
È in questa prospettiva che si svolgono la formazione e la prima attività di Romanino dalle opere d'esordio (c. 1506) fino al grande episodio degli affreschi per il duomo di Cremona (1519), uno dei più fervidi crocevia della stagione anticlassica. Al centro di questo periodo è il capitolo padovano (1512-1514), che segna la definitiva assimilazione da parte del pittore della "maniera moderna" dei veneziani ed il suo ruolo di protagonista del tizianismo di terraferma.
Nell'orbita di Romanino si svolge anche la prima attività di Moretto, tra il 1512 circa ed il 1517-1518, quando con le grandi ante d'organo, oggi a Lovere, anch'egli paga il proprio tributo alla pittura veneziana ed alla temperie degli eccentrici. Già in queste prime opere, tuttavia, si intravedono i segni di un linguaggio originale che agli inizi del terzo decennio conduce alla riscoperta del lume laterale. Moretto recupera in questo modo i valori pittorici ed i più intimi contenuti umani di quella tradizione che discende dal magistero di Vincenzo Foppa, capostipite della pittura lombarda, aprendosi anche al dialogo con Savoldo, il primo dei tre bresciani ad essersi posto il problema di Leonardo.
A questo momento risalgono sia il San Girolamo di Stoccolma, sia l'Ultima Cena per la cappella del Sacramento in San Giovanni Evangelista, a Brescia dove si esplicita il confronto con il Cenacolo di Leonardo.