La Villa Vescovile di Quingentole
Berselli Alberto G. - Borghi Gianni
Editoriale Sometti
Mantova, 2011; bound, pp. 162, col. ill., cm 21x30.
ISBN: 88-7495-410-7 - EAN13: 9788874954100
Subject: Civil Architecture/Art
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Weight: 1.38 kg
Il libro nasce dall'esigenza di approfondire un importante tema architettonico che la storiografia locale mantovana ha trattato finora marginalmente. La mancanza di informazioni fondate sull'origine della Villa vescovile di Quingentole, sull'evoluzione della sua struttura edificata e sulla validità ed originalità dell'impianto sia planimetrico sia decorativo, ha suggerito un'approfondita indagine archivistica che, inaspettatamente, ha rivelato preziose e inattese indicazioni sull'edificio. Lo studio si è sviluppato parallelamente tra la ricerca documentale e il rilevamento della fabbrica architettonica ai fini di una migliore conoscenza.
Le vicende della villa di Quingentole hanno poi richiesto l'approfondimento della figura di alcuni vescovi che si sono succeduti nell'episcopato mantovano; in particolar modo, si è ritenuto di approfondire l'indagine sul vescovo "eletto" Lodovico Gonzaga (1460-1511), colto collezionista di opere d'arte e mecenate del celebre bronzista Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l'Antico, soprattutto in relazione alle sue "indicazioni architettoniche" circa la volontà di ampliare il nucleo originario dell'edificio quingentolese.
I documenti relativi al grande giardino della villa, con due labirinti vegetali, all'epoca del cardinale Ercole Gonzaga (1505-1563), vescovo di Mantova e reggente dello stato gonzaghesco, hanno rivelato un'immagine assolutamente inedita, ricca e complessa, della residenza.
Verso la fine del Cinquecento è documentata la presenza nella residenza di Quingentole di Giuseppe Dattari, prefetto delle fabbriche ducali, per volere del duca Vincenzo I. Si è menzionato, ad esempio, l'ampio intervento di "restauro" della villa ad opera del vescovo Antonio Guidi di Bagno a metà del XVIII secolo e l'edificazione della nuova chiesa parrocchiale, sostenuta personalmente dal prelato.
Un particolare studio ha richiesto poi l'apparato decorativo che, durante la stesura del lavoro, ha acquisito sempre più importanza, grazie anche alla scoperta documentaria della presenza di Antonio Maria Viani, in qualità di pittore, a Quingentole nel 1593.
E' stato l'importante ritrovamento, nel 1987, di parti di "architetture dipinte" nel vestibolo della villa, affresco realizzato su disegno di Giulio Romano ed eseguito probabilmente dai suoi collaboratori intorno al 1546, a concentrare l'attenzione sull'edificio e a promuovere il restauro di questo brano pittorico, al punto d'inserirlo nel "percorso giuliesco" nel territorio mantovano, parallelo alla mostra sull' "erede di Raffaello", allestita nel 1989 a Palazzo Te. Altri apparati decorativi sono da tempo emersi in diversi luoghi dell'edificio ma non hanno stimolato una coscienza di recupero o di interesse, anche solo di studio, dall'episodio "giuliesco".
Questo studio dunque, oltre a far conoscere adeguatamente un significativo "episodio architettonico" nel contado, legato alla famiglia Gonzaga, intende porsi come un primo contributo per una piena operazione di recupero e valorizzazione di un importante monumento storico del territorio mantovano.