La fine dell'avanguardia
Quodlibet
Edited by D'Angelo P.
Macerata, 2008; paperback, pp. 194, cm 12x18.
(Quodlibet. 45).
series: Quodlibet
ISBN: 88-7462-203-1
- EAN13: 9788874622030
Subject: Essays (Art or Architecture)
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Weight: 0.24 kg
Il saggio che dà il titolo al presente volume è del 1949, e costituisce uno di quei felici casi in cui non solo un testo dopo tanti anni non ha perso smalto e vigore interpretativo, ma addirittura non smette di abbracciare ambiti del reale non prevedibili per lo stesso autore. Parlando di "fine dell'avanguardia" Brandi chiama in causa un paradigma dell'opera d'arte e della funzione dell'artista che fa risalire al romanticismo - l'arte come rivolta, come rottura, la metafisica del nuovo a tutti i costi - che per l'appunto con le avanguardie novecentesche raggiunge il suo punto di estenuazione e che, a quanto pare, non sembra più lasciare spazio a nuove modalità espressive degne del titolo di "arte". Gli accenti sono sovente quelli del pamphlet (esemplari a riguardo le pagine sull'America, il proibizionismo, l'isolazionismo, l'ambiguo rapporto da un lato col jazz e dall'altro con la madre Europa), ma i pamphlet spesso guardano al passato per castigare il presente; in questo caso la voce di Brandi avvolge soprattutto ciò che viene dopo, ciò che ci ha riguardato negli ultimi decenni e da cui ancora non si può dire si sia preso commiato.