Il Giovane Steve. Dai racconti di Steve Della Casa
Canale Gianni Ubaldo
Araba Fenice
Boves, 2017; paperback, pp. 128, cm 12,5x21.
ISBN: 88-6617-434-3 - EAN13: 9788866174349
Places: Piedmont and Valle d'Aosta
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Weight: 0.16 kg
La sua gestazione comincia quando a Gianni Ubaldo Canale, regista di documentari, capita di lavorare con Steve della Casa: celebre critico cinematografico, direttore artistico, conduttore radiofonico e televisivo, autore TV, organizzatore culturale. Sul set, durante le pause, Steve racconta alla troupe aneddoti del suo vissuto giovanile divertenti, intriganti, anche dolorosi.
Canale, che ha tredici anni in meno ed è da sempre nostalgico della Torino della sua infanzia, pensa che Steve, il giovane Steve, sarebbe il personaggio da raccontare con un film. Per progettare il film chiede a Steve di registrare alcuni suoi racconti e li trascrive. Il "libro parlato" riporta le parole che il narratore orale Steve, ora adulto, racconta retrospettivamente del giovane che lui stesso è stato, dai 16 ai 28 anni. Una sorta di giovane Holden all'italiana o, per meglio dire, alla torinese: avere vent'anni negli anni '70 a Torino poteva significare entrare nella storia. Ed entrarci da protagonisti. Da eroe e da antieroe.
La storia personale del giovane Steve è coesistenza di sfumature diverse: c'è il bambino della buona borghesia torinese che prova solidarietà per gli emigrati meridionali e avverte fastidio per le loro discriminazioni ad opera di un maestro non certo deamicisiano; c'è il ragazzo della borghesia bene che pare, appunto, un ragazzo per bene: sport, scout, ottimi risultati scolastici in un Liceo classico, il mitico Cavour, noto ancor oggi per il suo rigore. E questo ragazzo comincia ad "uscire da sé" e a proiettarsi in una dimensione collettiva, nella politica calda degli anni Settanta.
È così che il giovane Steve si divide tra volantinaggio davanti alle fabbriche, preparazione degli esami universitari, lavoro da garzone in libreria, passione per il cinema, convinto che "con una rigida autodisciplina riesci a farle, le cose".
E poi manifestazioni, cortei, studio, film, amore.
E poi ancora il carcere e la capacità di trovare la vena divertente e l'umanità anche là: i giochi pericolosi con i boss della malavita, il sapere usare la penna che diventa concreto aiuto ai detenuti più incolti, il conseguente ottenere qualcosa e per questo guadagnarsi la fama di santone e guaritore. E poi la fuga, il bosco, Parigi, gli incontri, il lavoro in pizzeria, i film, i libri, il ritorno. A Torino, la sua città.
Konrad. Per quanto un'oca allunghi il collo non diventerà mai un cigno