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Scioglimento dei comuni per mafia e camorra

Il Mulino

Bologna, 2011; paperback, pp. 250, cm 24x12.

ISBN: 88-15-13815-3 - EAN13: 9788815138156

Places: Italy

Languages:  italian text  

Weight: 0.65 kg


Nel 1991 esordiva nell'ordinamento italiano una norma della quale in seguito si sarebbe spesso sentito parlare: quella che prevede un potere straordinario dello Stato, lo scioglimento di consigli comunali e provinciali per infiltrazioni mafiose. Sono passati vent'anni, da allora, e la norma, più volte applicata, ha dato buona prova di sé. Si trattava però, sulla base dell'esperienza fatta, di razionalizzarne il procedimento applicativo, di rafforzarne l'efficacia, di minimizzarne i possibili rischi. Così è stato, con la legge n. 94 del 2009, che ha riscritto l'art. 143 del Testo unico enti locali, in cui l'istituto è regolato. Lo strumento ne esce rafforzato. Certo, è uno strumento traumatico quello con cui il potere centrale, lo Stato, interviene su collegi e organi eletti dalle comunità territoriali: ma è proprio negli enti locali di prossimità - anche in regione dei tanti interessi economici che ad essi fanno capo - che si annida l'insidia dell'infiltrazione o del condizionamento da parte della criminalità organizzata. In forza di questa normativa, con cadenze serrate, dopo inchiesta del prefetto, proposta del Ministro dell'interno, deliberazione del Consiglio dei ministri, il Presidente della Repubblica azzera con decreto l'organo elettivo locale, che viene sostituito da una commissione straordinaria che gestirà la vita dell'ente. Fino a nuove elezioni, dai risultati sperabilmente più limpidi.

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