Sociologia degli stati mentali. Teoria e ricerca
Milano, 2022; paperback, pp. 284.
(Il Riccio e la Volpe. Studi, Ricerche e Percorsi di Sociologia. 39).
series: Il Riccio e la Volpe. Studi, Ricerche e Percorsi di Sociologia
ISBN: 88-351-3674-1
- EAN13: 9788835136743
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Weight: 0.37 kg
Il filo conduttore che percorre variegatamente i contributi presenti in questo libro riposa sulla convinzione che sia possibile parlare di «stati mentali» in quanto evidenze appartenenti a un dominio fenomenico indagabile in base a variazioni interne a esso, cioè non "riducibili" a incidenze ontologiche di altro ordine, come - invece - si sostiene nella presunzione di un determinismo neurofisiologico rispetto al quale nemmeno esisterebbero «stati mentali», ma solo «cerebrali». Vi è una certa analogia (più che una metafora) tra questo enunciato e quello durkheimiano, nel quale si sostiene che i «fatti sociali» vanno spiegati con i «fatti sociali». Il libro si occupa anche di questa assonanza, approfondendola in molte direzioni. Il presupposto dell'indagine, testé richiamato, comporta, in forma di corollario, che l'osservabilità degli «stati mentali» non possa che essere inferenziale, ossia che si renda possibile solo mediante ricostruzioni analitiche di comportamenti modellizzati e inter-relati, come quando si tratta di cogliere euristicamente, prima di farlo empiricamente, le "ragioni" (principio della razionalità soggettiva) di una determinata condotta. L'aspetto problematico, in un certo senso la sfida, che caratterizza intrinsecamente questo disegno riguarda la documentata evidenza di una multiforme discontinuità tra le categorie sociologiche dell'intenzionalità e la produzione di atti (corsi di azione) che solo euristicamente, a volte poco persuasivamente, appare riconducibile a quelle categorie. Tutto accade - questo è esattamente il fuoco contemporaneo del dibattito sulla cosiddetta «filosofia della mente» - come se i corsi di azione fossero generati da processi che percorrono la mente e da essa scaturiscono, in modalità però a essa paradossalmente estranee. Estranee, talvolta alle sue proprietà teleologiche, talvolta alla coscienza, talvolta a entrambe queste istanze. Il libro, in questo senso, vuol essere una sfida nei confronti degli orientamenti naturalistici che, muovendo dalle evidenze alle quali guarda il paradigma della eterogenesi dei fini, si prefiggono di risolvere la dualità cartesiana nella sintesi eliminativista di un materialismo sostanzialmente monologico.