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Hans Jonas e il mito. Tra orizzonte trascendentale di senso e apertura alla trascendenza

Edizioni Mercurio

Vercelli, 2007; paperback, pp. 334, ill., cm 14x21.
(Studi Umanistici. Nuova Serie. 7).

series: Studi Umanistici. Nuova Serie

ISBN: 88-86960-92-1 - EAN13: 9788886960922

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Languages:  italian text  

Weight: 0.42 kg


Qual è la funzione, lo statuto del mito nella riflessione filosofica di Hans Jonas? Perché egli scrive un racconto mitico, poi raccolto nella sua versione definitiva ne "Il concetto di Dio dopo Auschwitz"? Rispondere a tali questioni significa non solo approfondire i suoi studi di storia e fenomenologia della religione - dalle indagini sullo gnosticismo e su Agostino e Paolo, sviluppate sotto la guida di Heidegger e Bultmann, ai diversi contributi in questo ambito (anche inediti), elaborati lungo tutta la sua vita -, ma comporta anche un'interpretazione complessiva della sua proposta filosofica dalla filosofia della natura fino all'etica della responsabilità. Nel linguaggio mitico-simbolico si articola il rapporto tra funzione trascendentale e trascendente, tra delineazione di un orizzonte storico-spirituale di senso, nelle "immagini" di uomo, mondo e Dio che lo costituiscono e apertura a una dimensione di trascendenza divina. Proprio in questa forma di oggettivazione trovano espressione le opzioni metafisiche di fondo che guidano il suo pensiero, l'intenzione autentica che anima il suo filosofare: al "principio gnostico", anticosmico e demondizzante Jonas oppone il "principio responsabilità" come cura e partecipazione al mondo, luogo autentico di realizzazione della libertà umana.

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