L'arte muraria italiana. I costruttori, gli ingegneri e gli architetti
Bologna, 2002; bound, pp. 238, 120 numbered col. plates, cm 24x35.
Subject: Building and Building Materials,History of Architecture
Period: All Periods
Places: Italy
Languages:
Weight: 1.8 kg
«L'opera - racconta l'ingegner Coccolini - procede su due binari: alla storia dell'arte muraria si accompagna quella dell'umanità. Ed emergono particolari interessanti: anzitutto si scopre che la motivazione primaria per la nascita di quest'arte (9000 anni fa) fu religiosa; solo i Romani iniziarono a costruire "per l'uomo". Poi vennero i barbari, che fecero arretrare la cultura romana di 8 secoli. In particolare ricordiamo in Italia i Longobardi: essi ancora costruivano in legno, ma quando scoprirono che le "tribù comacine" (abitanti tra Como, Milano e Lugano) sapevano costruire in pietra (avevano appreso infatti l'arte dai benedettini, i primi progettisti in Europa) le affrancarono, per tale merito, dalla schiavitù. I "maestri comacini" costruirono migliaia di chiese e di abbazie in Europa, per almeno due secoli e furono sostituiti, con l'avvento dei Comuni, dalla Compagnia dei muratori». «Quella del muratore è un'arte - continua l'ingegner Coccolini - Adesso purtroppo i muratori non ci sono più, ci sono gli "addetti all'edilizia"; e non esiste più la "promozione sul campo" da garzone a manovale e da manovale a maestro. Ricordo che fino all'ultima guerra si svolgeva in cantiere la cerimonia della "cappella" per il passaggio da manovale a "mastro muratore": il capomastro consegnava al manovale "promosso" il grembiule lungo di canapa da muratore e da quel momento gli dava del "voi". Poi c'era quella che a Bologna si chiamava la "bandiga", la cerimonia di fine lavori, con la presenza del prete che benediceva l'opera compiuta. Tradizioni che avevano significati importanti e che non vanno dimenticate».