Brera per san Carlo
Skira
Milano, Pinacoteca di Brera, November 4, 2010 - January 9, 2011.
Milano, 2010; paperback, pp. 48, b/w and col. ill., tavv., cm 16,5x24.
(Arte Antica. Cataloghi).
series: Arte Antica. Cataloghi
ISBN: 88-572-0853-2
- EAN13: 9788857208534
Subject: Essays (Art or Architecture),Painting,Religious Architecture/Art
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Places: Lombardy
Extra: Religion Art
Languages:
Weight: 0.186 kg
Nella ricorrenza del quarto centenario della canonizzazione di san Carlo Borromeo (1610-2010), la Pinacoteca di Brera partecipa alle celebrazioni milanesi con l'esposizione straordinaria di due capolavori di Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574 - Milano 1625), di solito conservati nei depositi. Dal 4 novembre 2010 al 9 gennaio 2011 saranno temporaneamente presentati al pubblico nella sala XXXI del museo i dipinti San Carlo, il Cristo morto e un angelo, proveniente dalla chiesa dei Santi Carlo e Giustina a Pavia, e San Carlo in gloria, pervenuto dalla chiesa di San Francesco d'Albaro a Genova. La prima tela, di grande intensità espressiva, è incentrata sul tema della passione e morte di Cristo, fondamentale nella religiosità di san Carlo. Nel suo ultimo pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo, nell'ottobre 1584, san Carlo si soffermò in meditazione notturna nella cappella del sepolcro di Cristo e davanti alla scultura lignea del Cristo morto ebbe la visione della salma di Cristo e di un angelo che gli annunciò l'imminenza della sua fine. Qualche giorno più tardi, trasportato a Milano, Carlo Borromeo, sfinito dalla febbre e logorato dalle fatiche di una vita condotta all'insegna del più intransigente rigorismo, morì a poco più di quarantasei anni il 3 novembre 1584. La data scelta per la presentazione dei due dipinti nella Pinacoteca di Brera vuole ricordare anche questo anniversario. Il secondo dipinto è animato da un trionfalistico empito barocco e da uno scintillante cromatismo di ispirazione rubensiana, testimonianza del rapporto tra Giulio Cesare Procaccini e la cultura figurativa genovese. Il fatto che entrambi i quadri, realizzati nei primi anni del secondo decennio del Seicento, a ridosso della canonizzazione (1610), siano stati eseguiti per chiese al di fuori della diocesi di Milano, è una prova significativa della precoce affermazione del culto di san Carlo, figura ideale di vescovo della Riforma cattolica, anche al di fuori del circuito milanese e ambrosiano.