Lucio Fontana. Via crucis 1947. [Edizione italiana e spagnola]
Città del Messico, March 27 - April 29, 2007.
Italian and Spanish Text.
Roma, 2007; paperback, pp. 112, ill., cm 15,5x21,5.
(Arti Visive, Architettura e Urbanistica).
series: Arti Visive, Architettura e Urbanistica
ISBN: 88-492-1241-0
- EAN13: 9788849212419
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Monographs (Sculpture and Decorative Arts),Sculpture
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Places: Europe
Languages:
Weight: 0.449 kg
Presentare la Via Crucis del 1947, capolavoro assoluto realizzato da Lucio Fontana nelle fornaci del borgo ceramico ligure di Albisola, nei Paesi dell'America Centromeridionale, rappresenta un omaggio di altissimo pregio che la Direzione Generale della Promozione e Cooperazione Culturale intende offrire ad uno degli artisti più rappresentativi del XX secolo in un'area geografica che ha avuto un ruolo rilevante nella sua evoluzione culturale e nella sua ricerca. La ceramica è uno strumento espressivo antico che da sempre accompagna la storia dell'uomo e possiede, nella sua stessa natura fisica, una tentazione virtuosistica, una vocazione preziosa che ne fa il "barocco della scultura". Fontana ha mantenuto con essa un rapporto costante, vivendola come parte integrante della sua avventura materica. Le quattordici formelle delle stazioni della Via Crucis presentate in questa occasione furono create nell'estate del 1947, al rientro in Italia di Fontana dopo gli anni trascorsi in Argentina. Gio Ponti l'ha definita Via Cruciscorallo, perché, come nella serie delle battagliecorallo di quegli stessi anni, intorno alla figura del Cristo, "galleggiante nello spazio", emergono tracce biomorfe di uomini e animali leggibili figurativamente come composizione splendente di schegge policrome di luce, evocative della presenza divina, di colore, di pieni e di vuoti. I riflessi, poi, quasi vibrazioni sonore che si ripercuotono dalle fluide colature della materia, riescono a trasferire il senso dell'immaterialità dentro una materia così presente e terrestre come la terracotta.