Architetture di Mart Stam 1924-1933. Disegni Modelli Interpretazioni
Il Poligrafo
Edited by Dal Fabbro A. and Martinelli P. M.
Venezia, Cotonificio Veneziano - Università IUAV di Veneia, 29 marzo - 16 aprile 2010.
Prima Edizione 2006.
Padova, 2010; paperback, pp. 84, b/w ill., cm 24x27.
(Architettura Costruzione. 1).
series: Architettura Costruzione
ISBN: 88-7115-691-9
- EAN13: 9788871156910
Subject: Architects and their Practices,Essays (Art or Architecture)
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.52 kg
L'opera di Mart Stam (1899-1986), architetto olandese tra i più emblematici protagonisti del Novecento, sembra stabilire un rapporto "etico" con il reale, nel tentativo di coniugare l'architettura con la peculiare condizione umana dettata dalla grande stagione della modernità. Stam seppe guardare all'evoluzione delle tecniche e dell'industria delle costruzioni interpretando i bisogni collettivi, ponendo attenzione alle responsabilità sociali dell'architetto e alle conseguenze pratiche del suo operare. Gli otto progetti presentati in queste pagine, elaborati da studenti e ricercatori dell'Università Iuav di Venezia e della Facoltà di Architettura di Münster, sono stati realizzati tra il 1924 e il 1933, in un periodo cruciale per il ruolo delle avanguardie storiche come quello compreso tra le due guerre. Stam, lavorando a più riprese in Germania, Svizzera, Olanda e Unione Sovietica, fece dell'architettura la sua "patria" ideale, dedicandosi alla progettazione globale ad ogni scala del progetto, dal design dei mobili alla pianificazione urbanistica delle città sovietiche, dalle residenze, come il Weissenhof di Stoccarda o il quartiere Hellerhof a Francoforte, alle grandi infrastrutture e attrezzature della città moderna, come la stazione Cornavin a Ginevra. Eredità significativa di un architetto che seppe credere prima di tutto nel rigore del suo "mestiere", un rigore accompagnato da un grande entusiasmo per l'architettura che lo portò ad elaborare opere fortemente rappresentative del suo pensiero, ma anche ad accettare il ruolo umile di gregario, di personaggio marginale rispetto ai più famosi Maestri accanto ai quali lavorò, lontano dalla luce dei riflettori della notorietà.