La sequenza causale nella truffa
Giappichelli Editori
Torino, 2099; paperback, pp. 144, cm 15x23.
(Itinerari di Diritto penale. Sez. saggi).
series: Itinerari di Diritto penale. Sez. saggi
ISBN: 88-921-4265-8
- EAN13: 9788892142657
Places: Italy
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Dante, dopo aver ripreso quasi alla lettera il De officiis (I 13,41) di Cicerone («Cum autem duobus modis, id est aut vi aut fraude, fiat iniuria, fraus quasi vulpeculae, vis leonis videtur; utrumque homine alienissimum, sed fraus odio digna maiore»), colloca i fraudolenti nel cerchio più profondo dell'abisso infernale, dove sono posti per essere puniti con peggiori tormenti, perché la frode è una prerogativa (negativa) esclusiva dell'uomo (a differenza della forza, che è propria anche del bruto) in quanto richiede l'uso della ragione (dell'intelligenza) e dunque mortifica la più alta qualità umana rendendola uno strumento di malvagità, convertendola al male, ciò spiacendo pertanto maggiormente a Dio e offendendolo più gravemente. La frode poi (Inf. XI, 52 ss.) è divisa in due specie, di diversa gravità, secondo che sia commessa contro chi non si fida, o contro chi, per vincolo speciale di parentela, patria, amicizia o beneficio dato, naturalmente si fida di colui che lo tradisce. La consapevolezza del male e il coinvolgimento della più specifica e nobile qualità umana, la ragione, sono profili che attraversano la considerazione storica (ed etica) della frode, da Aristotele a Sant'Agostino arrivando poi a noi (tecnicamente) attraverso il Diritto comune, e l'accompagnano in fondo anche nella considerazione odierna. La frode si accompagna all'interazione sociale e dunque si sviluppa in parallelo a essa, risultando ancora più grave quando sfrutta la fiducia e la buona fede (e anche questa è costante storica, filosofica ed etica): questo ne spiega la straordinaria attualità e la elevata frequenza pratica. Tra vecchie e moderne forme di comunicazione la frode, l'inganno, trova di continuo nuovi percorsi e purtroppo sempre più numerose vittime, lucrando sulla debolezza umana.