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Il segreto del nome. Tre saggi

Jaca Book

Edited by Dalmasso G.
Translation by Garritano F.
Milano, 1997; paperback, pp. 176, cm 15x23.
(Di Fronte e Attraverso. Filosofia).

series: Di Fronte e Attraverso. Filosofia

ISBN: 88-16-40443-4 - EAN13: 9788816404434

Languages:  italian text  

Weight: 0.283 kg


I tre saggi che compongono l'opera: Chora, Passioni, Salvo il nome, sono attraversati dal filo di un'identica tematica: la questione del nome, laddove essa esiste al bordo dell'appello, della domanda o della promessa, prima o dopo la risposta. Il nome: che cosa si chiama così? Che cosa si intende sotto il nome di nome? Che cosa accade quando si dà un nome? Chora fissa un'aporia esemplare del testo platonico. Il Timeo nomina chora (località, luogo, spaziatura, ubicazione), questa "cosa" che non è niente di ciò cui sembra, tuttavia, "dar luogo": né i paradigmi ideali delle cose né le copie che un Demiurgo inesistente, l'idea fissa sotto gli occhi, inscrive in essa. Né sensibile né intelligibile, né metafora né designazione letterale, né questo né quello, e questo e quello, partecipando e non partecipando ai due termini di una coppia, chora, detta anche "matrice" o "nutrice", rassomiglia tuttavia a un nome proprio singolare, a un pre-nome. Passioni dà un segreto assoluto, al tempo stesso singolare e straniero, a ciò che si nomina in generale col nome di segreto. Per mettere a fuoco il problema bisognerebbe, nel corso di una meditazione sui paradossi della cortesia, mettere in scena l'esperienza in cui si porta un debito incalcolabile: se c'è dovere, non deve consistere nel non dovere agire "conformemente al dovere", né persino, come vorrebbe Kant, "per dovere"? Salvo il nome. Due interlocutori si intrattengono un giorno d'estate: è un'altra finzione su ciò che ruota intorno al nome, singolarmente del nome di nome, del nome di Dio e di ciò che esso diviene in ciò che si chiama teologia negativa, laddove il SopraNome nomina l'innominabile, al tempo stesso ciò che non si può né si deve nominare, definire o conoscere, perché dapprima ciò che si soprannomina si sottrae, senza trattenersi, al di là dell'essere. Laddove la "teologia negativa" sembra aprire su una "politica" a venire (oggi o domani), una tale finzione rischia così qualche passo ereditario sulle tracce o vestigia di un "pellegrino cherubico" (Angelus Silesius).

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