La diocesi di Piacenza e il monastero di Bobbio
Fondazione CISAM
Spoleto, 2008; paperback, pp. 364, ill., 44 b/w plates, 1 col. plates, cm 18x25,5.
(Corpus della Scultura Altomedievale. 18).
series: Corpus della Scultura Altomedievale
ISBN: 88-7988-933-8
- EAN13: 9788879889339
Subject: Religious Architecture/Art,Sculpture
Period: 1000-1400 (XII-XIV) Middle Ages
Places: Emilia Romagna
Extra: Religion Art
Languages:
Weight: 1.35 kg
Il volume prende in esame il territorio pertinente alla diocesi di Piacenza, privo sinora di una puntuale opera di censimento delle presenze scultoree altomedievali; esso si estendeva, nel periodo considerato, a coprire l'attuale provincia facente capo alla città padana e porzioni piuttosto ampie di quelle di Parma e Pavia. A questo vasto nucleo si aggiunge, nell'ampio sguardo d'insieme dell'Autrice, il territorio pertinente al monastero di Bobbio, unica fondazione dell'irlandese Colombano in Italia, risalente agli inizi del VII secolo. Il cenobio, sito sull'Appennino piacentino, è dotato nell'altomedioevo di un cospicuo patrimonio fondiario che si estende, ancorché in modo non continuo, lungo buona parte del limite occidentale della diocesi piacentina, non essendo tuttavia in essa incluso: le terre del monastero sembrano, infatti, esenti dalla giurisdizione vescovile, condizione che rende alquanto particolare la situazione di questa vasta porzione di ambito montano e collinare e che è, peraltro, alla base dello sviluppo, nell'XI secolo, di un'ampia diocesi autonoma, facente capo a Bobbio, fenomeno assolutamente eccezionale nel panorama delle istituzioni ecclesiastiche italiane. Un'ampia Introduzione delinea il quadro insediativo di questo esteso comprensorio, che necessitava di uno sguardo di sintesi, attento alla composizione delle diverse fonti e con particolare considerazione per quelle materiali, dalla distribuzione disomogenea sul territorio ma non meno significative per la ricostruzione degli assetti del popolamento e dello sfruttamento delle risorse; tali aspetti sono analizzati in un quadro diacronico di ampio respiro, che si snoda attraverso i secoli, attraverso l'individuazione di specificità e mutamenti. La profonde trasformazioni subentrate in periodo post-classico si colgono innanzitutto nella città di Piacenza, caratterizzata da un paesaggio urbano che cambia il suo volto, passando attraverso la destrutturazione e gli abbandoni di alcune aree e la ricostruzione di altre secondo nuove forme, complice, fra gli altri fattori, l'inserimento longobardo. Anche il territorio, d'altra parte, conosce significativi mutamenti, pur in una generale tenuta dell'insediamento di età romana (soprattutto nei complessi di maggiore valore qualitativo) e del sistema viario collegante la pianura con le valli ed i valichi appenninici: basti pensare alla crescente importanza che assumono le vaste fasce silvo-pastorali, che, nelle zone montane come nella pianura, ricoprivano ampie porzioni di territorio, valorizzate nell'altomedioevo come preziosa risorsa. Sul piano istituzionale, accanto e nel quadro delle trasformazioni politiche che vedono il disgregarsi dell'unità imperiale romana e l'affermazione di nuovi poteri - goto, longobardo, carolingio, sino al turbolento momento del regno italico - nuovi protagonisti si affermano sulla scena, a partire dalla Chiesa, sia attraverso l'istituzione vescovile, la quale, anche in area piacentina, assume un ruolo sempre più rilevante, sia attraverso altre presenze ecclesiastiche, quali le pievi ed i monasteri, tra cui spicca quello di Bobbio, una delle più importanti realtà monastiche dell'altomedioevo occidentale. Questo ampio territorio ha restituito significative testimonianze scultoree, oggetto di un circostanziato Catalogo, riconducibili perlopiù all'VIII-IX secolo e concentrate soprattutto nel monastero di Bobbio e nel suo territorio. La lastra funeraria dell'episcopus irlandese Cumiano, morto nel cenobio appenninico ove era venuto per seguire la regola del fondatore, è certamente l'elemento più noto, pezzo di straordinaria rilevanza qualitativa della prima metà dell'VIII secolo, opera delle botteghe della corte pavese, fatto predisporre appositamente dal re longobardo Liutprando, come si apprende dalla estesa ed articolata iscrizione. Esso, tuttavia, non è che la punta di diamante di una raccolta di grande rilievo, che, nell'ambito della stessa età longobarda, annovera altri manufatti di interesse (almeno un'altra lastra funeraria decorata ed iscritta, una lunetta), così come per l'età carolingia, rappresentata da capitelli ed elementi di recinzione, conservati talora per intero o quasi, nella piena leggibilità di complessi sviluppi ornamentali. Non mancano inoltre, laterizi, decorati ed iscritti, in parte ancora conservati, in parte noti attraverso la documentazione d'archivio, di particolare interesse non solo per la relativa rarità di materiali di questo tipo per l'età altomedievale, ma anche nell'ambito del rinnovato interesse, nella storiografia più recente, per tali produzioni. Il puntuale Catalogo dei pezzi, ricco di informazioni che spaziano dall'analisi dei motivi decorativi (con ampio spettro di confronti), alla funzione dei vari elementi, alle tracce degli strumenti di lavorazione, restituisce un quadro ampio ed articolato che, accanto al grande monastero bobbiese ed al suo più immediato comprensorio (in cui rientra anche l'interessante sito rupestre di S. Michele della Spelonca presso Coli, su un'antica via di pellegrinaggio verso Roma, da cui proviene una grande lastra con croce), vede la presenza di altri contesti di notevole interesse: il cenobio di Mezzano Scotti, probabile fondazione longobarda nella valle del Trebbia; i centri plebanali di Carmiano (Valle del Nure), Vigoleno (Valle dello Stirone) e Veleia, sorgente sul sito della città romana; alcuni centri "minori", come la chiesa di Tosca di Varsi, sulle alture che dominano la valle del Ceno, ove si conserva una piccola, peculiare raccolta di materiali scultorei, tra cui risalta una lastra dal decoro organizzato a rete di maglie circolari, entro una della quali emerge la raffigurazione di un cavaliere armato di lancia, rara testimonianza di soggetto antropomorfo, in un panorama in cui domina l'ornato geometrico e/o a soggetto vegetale stilizzato. Le schede sono corredate da un ricco apparato illustrativo, in cui confluiscono, oltre alla documentazione fotografica relativa ai singoli rilievi presentati, anche riproduzioni di materiale d'archivio e proposte di ricostruzione grafica dei pezzi originari di appartenenza dei frammenti ora noti. Attraverso le pagine del Catalogo e le considerazioni di sintesi dell'Introduzione, con ampia discussione sul problema cronologico e di contestualizzazione in senso lato nel panorama della produzione scultorea altomedievale non solo italiana, i rilievi diventano così strumenti di grande significato per la ricostruzione storica di un territorio di ampia estensione e di notevole importanza quale centro di snodo, viario e culturale, tra la pianura padana e l'area appenninica.
Indice del volume: INTRODUZIONE : Considerazioni preliminari .- 1) Problemi di definizione territoriale - 2) La città .- 3) La circoscrizione diocesana piacentina e il territorio (poi diocesi) di Bobbio tra tarda antichità e altomedioevo - 4) I materiali scultorei
CATALOGO BEDONIA - Drusco, chiesa di S. Maria Assunta - BOBBIO - Chiesa di S. Colombano - Museo dell'Abbazia - Materiali dispersi .- Mezzano Scotti, chiesa di S. Paolo ed edifici adiacenti - S. Ambrogio, abitazione privata - S. Salvatore
COLI Chiesa dei SS. Vito, Modesto e Crescenza (dal sito della "Spelonca di S. Colombano") - LUGAGNANO VAL D'ARDA Veleia, ex canonica della chiesa di S. Antonino - PIACENZA - Chiesa di S. Savino - VALMOZZOLA -Mariano, chiesa dei SS. Gervasio e Protasio - VARSI - Tosca, chiesa di S. Filastrio .- VERNASCA - Vigoleno, chiesa di S. Giorgio - VIGOLZONE - Carmiano, chiesa di S. Giovanni Evangelista - Addenda, BOBBIO S. Salvatore .- TAVOLE (I-XLIV) -ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE .- Abbreviazioni periodici -Opere citate - INDICI - Indice analitico - Indice delle tavole