Il Caffé centrale a Mercato Saraceno
Società Editrice Il Ponte Vecchio
Cesena, 2021; bound, pp. 192, cm 17,5x25.
(Vicus. Testi e Documenti di Storia Locale. 366).
series: Vicus. Testi e Documenti di Storia Locale
EAN13: 9791259780539
Subject: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,Historical Essays
Places: Emilia Romagna
Languages:
Weight: 0.49 kg
Nel 1822 il primo "caffettiere" Giovanni Mazzotti, soprannominato "Palmieri" avviava a Mercato Saraceno il "rito" del caffè, entrando a far parte della vita quotidiana e sociale di tanti mercatesi. Quel primo "Caffè" sorto due secoli fa, diventerà in tempi successivi il "Caffè del Teatro", e questo in ragione del fatto che verso la metà dell'Ottocento, nell'attuale municipio in un'ampia sala, aveva sede un teatro a cui si accedeva passando anche da questo locale pubblico. In quest'ottica i caffè - e non quelli definiti "i frettolosi bar del giorno d'oggi" - erano il luogo ove avvenivano incontri e dispute culturali, politiche, sociali, immaginando che ciò dovesse avvenire - forse con velleità - anche a Mercato Saraceno, alla stregua dei famosi caffè delle grandi città italiane. Poi il locale nel tempo cambiò denominazione, da "Caffè Comunale" a "Caffè Centrale" gestito ininterrottamente - a partire dal 1923 - dalla famiglia Bracciaroli. Da allora attorno al bancone si sono alternate tre generazioni: Emilio Bracciaroli il capostipite, il figlio Renzo e la moglie Rosanna (Rosi), poi il nipote Bruno con la moglie Patrizia, ancora in attività. Chi un tempo abitava a Mercato e per una qualche ragione ritorna, spesso racconta di quando il "Caffè" era considerato un'istituzione, pienamente integrato con la realtà locale. Allora ripercorrere le fasi riguardanti l'origine e l'evoluzione di questo Caffè significa tracciare, ad un tempo, storia del territorio e storia sociale perché nel tempo, assieme ad altri elementi caratteristici del luogo, questo locale pubblico è stato vettore di identità collettiva: oltre a rappresentare un pezzo di storia di Mercato, il "Caffè Centrale" ha saputo mantenere salde le radici accompagnando, nei momenti di svago e di serenità, il venire e l'andare dei passi di tante generazioni di mercatesi.