L'Acropoli di Perugia. Architettura nel Medio Evo verso il rinnovo della sua Cattedrale
Fabio Palombaro
Tozzuolo
Perugia, 2022; paperback, pp. 197, b/w and col. ill., cm 17x24.
EAN13: 9791280114587
Subject: Essays on Ancient Times,Historical Essays
Places: Umbria and Marche
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Weight: 1 kg
In verità gli archivi di Perugia lamentano delle gravi assenze dovute soprattutto a un incendio del 1535, non meno di altri divampati nel 1315 e nel 1329, e spesso tra le indicazioni rimaste e le testimonianze murarie tuttora visibili, gli studiosi, sollecitati e spinti da una grande attrazione, sono incappati in una successiva e manifesta delusione.
Sembra che un vescovo di nome Rogerio abbia intrapreso nel X secolo lo spostamento dei corpi di alcuni santi ma, approfondendo la questione, qualcuno è giunto alla conclusione della necessità di riconoscere la presenza di un Rogerio I e un Rogerio II. Anche il santo protettore Ercolano doveva in qualche modo riferirsi sia a un martire del primo secolo cristiano, detto Primo, e sia al Defensor Civitatis opposto ai Goti, detto Secondo. Forse queste realtà storiografiche palesano la voce delle pietre che si fa più forte e, nel contempo, indica una vitalità continua e costante della città dall'antichità ad oggi.
Alla bibliografia e alle fonti note d'archivio, vanno aggiunte le successive ricerche e i restauri che hanno riguardato, tra l'altro, la Fontana Maggiore, il Palazzo dei Priori, i Collegi del Cambio, della Mercanzia e dei Notari. Altri lavori sono stati programmati e portati a termine e alcuni dei predetti lavori sono stati seguiti direttamente dall'autore di questo studio. Ci si riferisce, in particolare, alla Cattedrale con le Canoniche, così come si avrà occasione di ricordare più avanti. Le pietre utilizzate hanno una data precisa di nascita e/o di reimpiego, quando la si trova, viceversa il proponimento dell'utilizzatore trascende il tempo.
Nel presente lavoro saranno evidenti le argomentazioni che verranno via via attraversate, con temi che gli appassionati della storia della città certamente conoscono. Devono ripassare davanti agli occhi le famose immagini di Meo di Guido da Siena, del Bonfigli, del Piccolpasso e dei Gonfaloni di San Francesco al Prato, del Perugino e di Berto di Giovanni. Ciò che conta è che le indicazioni antiche in libri o manoscritti, comunque numerose malgrado gli incendi, non entrino in contraddizione con quanto si esporrà.
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