Sull'altra riva
Edizioni Cadmo
Fiesole, 1985; paperback, pp. 55, cm 12x24.
ISBN: 88-7923-066-2
- EAN13: 9788879230667
Languages:
Weight: 0.26 kg
«Nel 1949 Theodor Wiesegrund Adorno asseriva che, «dopo Auschwitz scrivere una poesia è una barbarie», il che costituisce un paradosso, al quale potrebbero aggiungersi, senza sforzo, altre argomentazioni. E infatti, si può parlare più, legittimamente, di poesia, di arte, di cultura, di civiltà dopo non solamente Auschwitz, ma anche dopo Hiroshima, dopo la repressione della "Primavera di Praga", dopo le atrocità della guerra vietnamita, dopo il Cile, dopo l'Afgahnistan e così via esemplificando ? Ma non si uscirebbe dal paradosso e non si affronterebbe seriamente il problema della validità attuale della poesia e, in generale, della cultura, e cioè, per dirla con Huizinga, della dimensione "ludica" dell'uomo. Il motivo di vero, che innegabilmente c'è nel paradosso di Adorno, non è difficile scorgerlo, soprattutto ove si rifletta alla data della sua enunciazione. Il motivo di vero, tuttora operante, almeno nel subconscio, consiste nel senso di colpa che affligge l'umanità, anche quando si manifesta attraverso nuove esplosioni di violenza e di aggressività. Gli intellettuali, in particolare, non possono non sentirsi corresponsabili di tutte le atrocità che l'uomo compie sull'uomo, a dispetto di secoli di cultura, di "poesia", rimasti senza eco e quindi sterili, quando non addirittura complici della barbarie. Senso di colpa dal quale non può essere assolto nessuno, e ciò vale, a fortiori, per gli uomini di cultura, per gli artisti, i poeti, i filosofi, gli scienziati, gli educatori e, soprattutto, i politici. E tuttavia, senza tale senso di colpa, sarebbe più possibile la creazione artistica ? L'arte non è sempre stata, anche prima di Aristotele, catarsi, purificazione dai sentimenti ?...» (Dalla Premessa)