Alle origini della società delle nazioni. La pacificazione internazionale fra idea d'Europa e cosmopolitismo
Edizioni Studium
Roma, 2016; paperback, pp. 256, cm 24x12.
(La Cultura).
series: La Cultura
ISBN: 88-382-4399-9
- EAN13: 9788838243998
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Places: Europe
Languages:
Weight: 0.65 kg
Negli anni in cui in Europa orientale divampava la guerra dei Trent'anni, in Francia era vivace il dibattito circa l'intervento nel nuovo conflitto. In questo contesto l'utopia pacifista di Crucé si colloca fra chi sosteneva, in accordo con la politica di corte, la necessità che il paese già dilaniato dalle guerre di religione rimanesse neutrale. Nel Nouveau Cynée, egli non si limita però a tessere l'elogio della pace. Struttura per la prima volta un'organizzazione delle relazioni internazionali alternativa alla tradizionale, comprendente anche potenze extra-europee. In essa, Crucé immagina di poter discutere le controversie insorte fra Stati, tramite il ricorso ad una corte di arbitrato permanente avente sede a Venezia. Egli era a favore della libertà commerciale, al fine di creare un vincolo fra i diversi contesti nazionali e sosteneva la tolleranza religiosa, per porre definitivamente fine all'era dei conflitti 'religionis causa'. Tale progetto viene in parte ripreso dal Duca di Sully nel suo "Grand Dessein", attribuito dall'autore ad Enrico IV. In esso, viene meno la spinta universalistica cruceana e l'autore si limita a tratteggiare un nuovo ordine politico europeo, fondato sull'equilibrio della potenza e fra le tre principali confessioni religiose, con l'intento di mantenere la pace. In Sully è ancora vivo il mito della crociata. Negli stessi anni a Parigi il grande giurista olandese Ugo Grazio scrive il "De iure belli ac pacis", con l'intento affermato nei Prolegomena di porre le basi per la limitazione del ricorso alla guerra. Si sviluppa nel testo graziano in termini giuridici il fondamento della teoria dell'arbitrato internazionale. Scopo del presente lavoro è quello di rintracciare i legami fra i diversi modi di trattare la questione della condanna o della limitazione della guerra e di una nuova organizzazione delle relazioni internazionali, fra tensioni cosmopolitiche e differenti visioni dell'Europa.