Il primato del gioco. La comunicazione didattica del calcio
Usher Arte
Firenze, 2018; paperback, pp. 232, ill., cm 17x24,5.
(Nuove Prospettive. 1).
series: Nuove Prospettive.
ISBN: 88-98811-35-7
- EAN13: 9788898811359
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Weight: 1.11 kg
Con questo libro D'Arrigo ci porta dentro al lavoro di campo rivolgendo al lettore alcune semplici domande: qual è il compito di un allenatore? Come può aiutare i giocatori a liberare la creatività? "Il primato del gioco" non è un eserciziario pieno di soluzioni predefinite dove si possono trovare schemi universali o strategie capaci di far vincere tutte le partite. L'autore sviluppa una metodologia di allenamento, «la comunicazione didattica del calcio», in cui gli allenatori, a partire dal proprio «senso del gioco», sono stimolati a creare nuove progressioni in grado di rafforzare nei giocatori la condivisione di princìpi ed emozioni. D'Arrigo immagina di dialogare con il Gioco, una vera e propria Entità superiore. In questa serie di domande e risposte è tracciata la strada che deve guidare la proposta metodologica di ogni allenatore. Il coach deve partire da uno stimolo di tipo emotivo e tracciare così un percorso, una strada affascinante capace di dialogare con l'emotività dei suoi giocatori. Solo successivamente potrà definire un suo personale metodo di allenamento per ottenere dai suoi giocato gli interpreti del gioco, un obiettivo tattico-tecnico. Tutto è nelle mani dei giocatori, gli interpreti del gioco, che dovranno allenarsi a interpretare quello che accade durante una gara, le scelte dei compagni e le mosse degli avversari. Per questo motivo l'autore arriva a mettere in discussione sia le teorie che accompagnano le metodologie schematiche di allenamento, sia i fondamenti teorici che riguardano la preparazione fisica nel calcio e l'allenamento «a secco», ritenendo il gioco un flusso inseparabile nelle sue parti. "Il primato del gioco" ci trascina dentro l'essenza misteriosa del gioco del calcio e indica una possibile metodologia per fornire alte opportunità di apprendimento indirizzate alla formazione di «giocatori liberi di pensare».