art and architecture bookstore
italiano

email/login

password

remember me on this computer

send


Forgot your password?
Insert your email/login here and receive it at the given email address.

send

chiudi

FB googleplus
ricerca avanzata

Civiltà d'asfalto

Mondadori Università

Milano, 2011; paperback, pp. X-166, cm 16,5x24.
(Minerva. Saggi).

series: Minerva. Saggi

ISBN: 88-6184-077-9 - EAN13: 9788861840775

Languages:  italian text  

Weight: 0.32 kg


L'asfalto ci appare come un materiale contemporaneo cui non prestiamo più attenzione. Anzi, viene spesso disprezzato di fronte alla naturalità di materiali come le pietre e i mattoni. Eppure l'asfalto è stato per millenni un prodotto naturale, usato dall'uomo praticamente da sempre, importante in alcune civiltà come le pietre e il legno. Gli stessi termini «bitume» e «asfalto», per lungo tempo sinonimi, hanno origini antichissime. Come materiale legante ha cementato le mura e le strade di Babilonia; come impermeabilizzante avrebbe contribuito alla galleggiabilità dell'Arca di Noè. Nel terzo millennio avanti Cristo le nere navi di Magan attraversavano l'Oceano Indiano grazie allo spesso strato di asfalto che ricopriva il fragile scafo fatto di canne e paglia. I Romani producevano e vendevano pani di asfalto regolarmente marchiati, come i mattoni. I Greci incollavano gli occhi vitrei alle statue di bronzo tramite un mastice di asfalto. Gli Egizi usavano il bitume per le loro mummie. Nel Settecento e Ottocento i pavimenti di chiese e palazzi siciliani venivano fatti con pietra asfaltica, così come molte sculture locali. Nella seconda metà dell'ottocento l'asfalto fa la sua comparsa nelle vie delle città come strumento finale e vincente contro la polvere. Oggi le nostre strade sono pavimentate con una miscela di bitume e pietrisco, che continuiamo a chiamare asfalto. Ancora oggi la nostra storia continua a scorrere sull'asfalto.

YOU CAN ALSO BUY



SPECIAL OFFERS AND BESTSELLERS
€ 15.00

ships in 2/3 weeks


design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci