Pressure. Sotto pressione. Imparare dai calci di rigore a gestire le grandi sfide della vita
Translation by Prencipe R.
Novara, 2024; paperback, pp. 304, cm 14x21,5.
EAN13: 9791221213003
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Weight: 0.35 kg
«Immaginate. Avete una sola possibilità. Un tiro, con il mondo intero che vi osserva. Se segnate, sarà solo ciò che tutti si aspettavano. Se fallite, andranno in frantumi i sogni di milioni di persone, compagni, amici e familiari compresi.» Il calcio è un gioco, o almeno dovrebbe esserlo, ma ci sono momenti in cui sembra racchiudere e portare all'estremo le sfide che la vita ci propone ogni giorno. In alcuni calciatori, sbagliare un rigore decisivo provoca addirittura una sindrome da stress post traumatico simile a quella dei veterani di guerra. Dopo decenni di partite epiche decise da questo meccanismo spietato e forse insostituibile, molti ne parlano ancora come di una "lotteria", e certi allenatori rifiutano di preparare i rigori in modo specifico, ma secondo Geir Jordet non c'è niente di più sbagliato. Psicologo specializzato da anni nello studio di questo fondamentale calcistico e nella preparazione dei calciatori che devono affrontarne la pressione, in questo libro Jordet ci svela cosa succede davvero alla mente umana in quei frangenti, e apre una strada innovativa verso la crescita personale, anche per chi non fa sport. "Pressure. Sotto pressione" è un manuale imperdibile per gli appassionati e sorprendente per chi il calcio lo conosce poco: attraverso il racconto e l'analisi scientifica dei casi esemplari di alcuni fra i maggiori protagonisti del gioco, come Roberto Baggio, David Beckham, Zinédine Zidane e Kylian Mbappé, scopriamo un metodo di allenamento per migliorare giorno dopo giorno senza più sentirci sopraffatti dallo stress. Perché i rigori possono essere perfezionati in modo sistematico, come tutto ciò che riguarda la nostra vita. E la pressione non va evitata: va sentita, controllata, gestita e sfruttata. Come recita una frase attribuita a diversi grandi campioni, i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli. Ma perché non arrivarci preparati?