Modernità nei Balcani. Da Le Corbusier a Tito.
LetteraVentidue Edizioni
Siracusa, 2019; paperback, pp. 368, b/w and col. ill., cm 16,5x24.
(Alleli/Research. 41).
series: Alleli/Research
ISBN: 88-6242-341-1
- EAN13: 9788862423410
Places: Europe
Languages:
Weight: 1.2 kg
Questo libro nasce da una serie continua di viaggi e studi effettuati nell'arco degli ultimi decenni nel territorio balcanico, in una regione ritenuta "di mezzo" o di "semi-periferia", come più volte denominata da tanti. Viaggi che hanno svelato un territorio per un certo aspetto nuovo, di un fascino e carattere inusuale e sicuramente orientale. Viaggi che hanno soprattutto permesso di scoprire che durante buona parte del Novecento i Balcani hanno saputo esprimere una cultura architettonica e urbana altamente sofisticata con città e architetture che sono diventate oggetto di interesse per la loro dichiarata e inaspettata modernità, scoprendo un neglected modernism che sta appena ora uscendo dall'anonimato. Il libro prova a capire le ragioni della modernità nei Balcani, partendo dal famoso Voyage d'Orient di Charles-Edouard Jeanneret nel 1911, in cui il futuro Le Corbusier apprezzò per primo l'originalità dell'architettura di questi luoghi. Ma la modernità che si è sviluppata nel secondo dopoguerra non sarebbe esistita senza la figura di Josip Broz Tito, partigiano e leader carismatico della Jugoslavia, che ha promosso con lungimiranza politica e culturale una "modernizzazione socialista" attraverso sguardi rivolti sia a Est sia a Ovest, pur mantenendo salda la fede verso un'ideologia politica che egli interpretava in maniera libera e originale. I due personaggi centrali di questo lavoro sono quindi Le Corbusier e Tito e, anche se non esiste alcun rapporto diretto tra loro, il libro presenta una serie di relazioni incrociate che, partendo dall'interpretazione delle città e delle proprie architetture, tracciano un percorso che conferisce a questa regione un ruolo di sicura centralità nel panorama architettonico internazionale del XX secolo.