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Chen Zhen. Un artista tra oriente e occidente

Gli Ori

Milano, PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea, February 28 - May 18, 2003.
Parigi, Palais de Tokyo, October 1, 2003 - January 18, 2004.
Edited by Martin J. H.
Translation by Comerlati D.
Italian and English Text.
Pistoia, 2003; paperback, pp. 160, col. ill., col. plates, cm 24x30.

ISBN: 88-7336-056-4 - EAN13: 9788873360568

Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Monographs (Sculpture and Decorative Arts),Painting,Sculpture

Period: 1960- Contemporary Period

Places: No Place

Extra: New Media,Oriental Art and Culture

Languages:  english, italian text   english, italian text  

Weight: 1.04 kg


La resistenza quotidiana alla mia malattia nel corso di vent'anni mi ha dato un'energia tale che questa esperienza si è trasformata in una resistenza in rapporto alla creazione. La cura, la guarigione, la terapia e la meditazione..., tutte queste dimensioni quotidiane della mia vita sono diventate l'universo nel quale si articola la fusione tra l'arte e la vita. Questa frase, riportata in un'intervista tra Chen Zhen e Jérôme Sans, può essere un ottimo punto di partenza per comprendere l'ultima mostra dell'artista, allestita alla galleria Continua nell'autunno del 2000: un percorso attraverso i luoghi che possono ospitare il nostro corpo e che conduceva, nelle sue tappe maggiori, dalla salute alla malattia a una nuova nascita.

All'ingresso dello spazio espositivo il visitatore incontrava la maquette di un giardino che, secondo la volontà dell'artista, dovrebbe nascere su un colle nei pressi di Volterra. II plastico (Zen Garden, 2000) si presenta sotto forma di un poliedro di legno a base ottagonale. estremamente rifinito e prezioso nei materiali, il cui pavimento interno è di sabbia pettinata, ondulata come fosse stata segnata da onde d'acqua o di vento, secondo la tradizione del giardino zen secco. Piante ornamentali che scendono sulle pareti rinforzano l'allusione al chiostro chiuso. Da ciascun angolo del poliedro si diparte una parete diretta verso il centro dello spazio e forata da una porta, di modo che il susseguirsi delle aperture determina un camminamento circolare. Lo spazio vuoto al centro del porticato ospita dei ferri medici ingranditi e delle forme in alabastro che lo invadono in maniera piuttosto disordinata, benché armonica, creando una voluta dissonanza visiva tra simmetria e asimmetria: uno dei pochi assiomi dell'arte orientale conosciuti in Occidente è il rapporto di complessa simbiosi tra questi due parametri.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci