Amerique

"È difficile oggi a Genova, 8 Maggio 2013 concentrarsi su qualsiasi attività. Al porto ancora si scava alla ricerca di due lavoratori dispersi e si piangono le 7 vittime recuperate. Domani lutto cittadino. Intanto sulla mia posta distrattamente leggo frasi indignate di donne contro le dichiarazioni assurde di un noto fotografo e penso non valga la pena sprecare energia. Sostiene che le donne per non essere vittime di femminicidio non debbano imbellettarsi... Del resto oggi è una giornata triste. Comunque sia devo impegnarmi nella mia ricerca, resa ancora più dolente considerata la giornata, devo sapere quante lavoratrici sono morte durante il crollo di un palazzo di nove piani adibito abusivamente a fabbrica tessile, la Rana Plaza; è successo il 24 aprile, pochi giorni prima della festa dei lavoratori, a Dhaka in Bangladesh. Non è facile pare che i morti non abbiano sesso. Ecco finalmente: vi lavoravano 3122 persone ne sono morte più di mille, il 90% donne tra i 16 e i 30 anni. Non è una fatalità era già accaduto proprio l'anno scorso il 25 novembre, (giornata contro la violenza sulle donne...) altre 112 vittime, prevalentemente donne, riportavano i giornali. L'ho detto, oggi la mente vaga confusa piena di pezzetti sparsi quasi fosse un puzzle, tanti piccoli e grandi eventi che forse non comporranno mai un disegno uniforme: perché si deve morire di lavoro? perché si deve essere uccise in quanto donne? perché diversi marchi europei e internazionali usufruivano di manodopera a basso costo (28 euro al mese) in quella fabbrica di Dhaka dove hanno trovato la morte tante giovani donne? e quasi certamente non avevano né rossetto, né tacchi alti...".