La Pasqua a Ferrandina. Un percorso etnografico nel cuore della Lucania tra liturgia ufficiale e fenomeni di folklorizzazione
Franco Angeli
Milano, 2022; paperback, pp. 148.
(S.T.R.A.D.E. Spiritualità e Tradizioni Religiose: Approcci, Discipline, Etnografie. 7).
series: S.T.R.A.D.E. Spiritualità e Tradizioni Religiose: Approcci, Discipline, Etnografie
ISBN: 88-351-3621-0
- EAN13: 9788835136217
Subject: Societies and Customs
Places: Calabria and Basilicata
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Weight: 0.26 kg
La processione di Pasqua di Ferrandina, cittadina lucana del materano, rappresenta una piccola parte del patrimonio di cultura popolare della nostra penisola. In essa, oltre ai rimandi a un'economia connessa a quello che era il ciclo produttivo agro-pastorale, si osservano dinamiche di risignificazione popolare dei personaggi che agiscono nella vicenda della passione. La figura protagonista della processione è quella del Cristo morto, trasportato all'interno di una teca di vetro e legno addobbata con ex voto donati dai fedeli: una sorta di bara la cui morfologia rappresenta simbolicamente i corpi fisici, psicologici, sociali, religiosi, spirituali ed economicomateriali della comunità che a Pasqua vengono rigenerati attraverso la potenza magica del Cristo cosmocrate, eroe e demiurgo della presenza. Il fedele, al fine di riordinare la realtà in cui vive, potrà agire ritualmente sul microcosmo della composizione della bara consacrando a essa e al Cristo i propri voti. Si evidenzia così una dinamica dialettica tra la religiosità popolare e quella ufficiale il cui esempio emblematico è ravvisabile nella voce incontenibile di Mngcc, anziana depositaria dei canti popolari della passione tramandati tramite la tradizione orale del paese, la quale durante la processione irrompe negli interstizi della liturgia ufficiale facendo entrare in scena il pianto di Maria e di tutte le madri sofferenti e riforgiando le coscienze e il cosmo del ferrandinese nei suoi modi di vivere e di affrontare il grande mistero e il thauma della morte. Il Canto di Mngcc concentra in sé tutta la tenacia pervasiva e la forza di una tradizione ancora viva a dispetto di un mondo che appare sempre più omologato. "Nella nostra terra, nonostante la secolarizzazione, la globalizzazione e il pensiero che riduce l'uomo a un immanentismo nichilista, c'è ancora questo grande anelito umano al mistero della vita [...]" (Nunzio Veglia).