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Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità

Eleuthera

Translation by Rolland D.
Ristampa (prima edizione: 1993).
Milano, 2005; bound, pp. 112, cm 12,5x19.

ISBN: 88-89490-02-0 - EAN13: 9788889490020

Subject: Essays (Art or Architecture)

Languages:  italian text  

Weight: 0.125 kg


Marc Augé prosegue la sua "antropologia del quotidiano" iniziata con "Un etnologo nel metrò" e proseguita in "Ville e tenute", esplorando i nonluoghi, cioè quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito... Nel proporci un'antropologia della "surmodernità", Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.



DECIMA EDIZIONE

1993-2005: dodici anni, dieci ristampe per un volume che è diventato un classico per gli addetti ai lavori e il grande pubblico. I Nonluoghi, le pagine che hanno reso celebre e riconoscibile Marc Augé, sono diventati il punto di riferimento dell'antropologia e della sociologia contemporanee, dando vita a dibattiti, studi e sempre nuove ricerche.
Dall'antropologia alla musica, alla fotografia, al costume, al credo religioso, a tutto ciò che ci circonda e s'intreccia con le nostre esistenze... questo libro ha coniato un nuovo termine, ha dato impulso a una sconosciuta sensibilità d'indagine su ciò che siamo, dove viviamo, come pensiamo.
Il limbo, il treno, il supermercato, il campo profughi, le catene alberghiere... sono tutti nonluoghi che ci raccontano di noi, della solitudine dell'uomo, delle tracce indelebili che lasciamo, della parabola che percorriamo in silenzio, in fuga, come traguardo, con paura, in rivolta, in tranquillità, con sicurezza... Spazi anonimi cui si accede, per paradosso, dando prova di esistere. "È nell'anonimato del nonluogo che si prova in solitudine la comunanza dei destini umani".

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