Van Gogh e il postimpressionismo
Il Sole 24 Ore Libri
Milano, 2007; paperback, pp. 312, col. ill., 40 col. plates, cm 23x28,5.
(I grandi maestri dell'arte. L'artista e il suo tempo. 4).
series: I grandi maestri dell'arte. L'artista e il suo tempo
Subject: Monographs (Painting and Drawing)
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Languages:
Weight: 1.66 kg
Quando, ai primi di marzo del 1886, Vincent Van Gogh raggiunse il fratello a Parigi con il desiderio di aggiornarsi sulla pittura impressionista, la città si preparava ad accoglierlo con un travolgente calendario di esposizioni: oltre al Salon, dove erano esposte le opere di Puvis de Chavannes, l'artista olandese potè visitare le sale della quinta Esposizione Internazionale presso la galleria di Georges Petit, che esibiva le tele di Renoir e Monet, i quali non si erano uniti agli espositori dell'ottava ed ultima mostra degli impressionisti. Quest'ultima cruciale manifestazione, che presentava ormai il gruppo lacerato da defezioni e nuovi arrivi, apriva le porte al neoimpressionismo, la novità del momento, con la monumentale tela di Seurat, Una domenica pomeriggio all'isola della Grande-Jatte. Esaltato dal fervente clima artistico parigino, Van Gogh bruciò le tappe del proprio rinnovamento artistico grazie al contatto con i più anticonvenzionali pittori del momento: sperimentò il neoimpressionismo a fianco di Signac e Pissarro, indagò le profondità psicologiche del ritratto assieme all'amico Toulouse-Lautrec, fu precocemente informato della sintesi del cloisonnisme dai compagni Anquetin e Bernard, potè apprezzare le esotiche tele realizzate in Martinica da Gauguin. Rigenerato da questo bagno alle fonti della modernità, l'artista olandese era pronto a realizzare il proprio sogno mediterraneo, alla ricerca della luce accecante della Provenza, che avrebbe fatto risplendere i colori puri della natura, studiati sino ad allora nella propria collezione di stampe giapponesi. Nel periodo arlesiano il legame di Van Gogh con l'universo artistico parigino fu mantenuto soprattutto grazie al fitto carteggio con il fratello Theo, commovente rivelatore della tempra emotiva e umana dell'artista. Fallito il progetto di instaurare nella cittadina provenzale un 'atelier del sud', in cui riunire una colonia di artisti, Van Gogh non potè tuttavia rinunciare al dialogo con gli amici Bernard e Gauguin che, anche dopo lo sfortunato soggiorno di quest'ultimo ad Arles, accompagnò, per lettera, la vita del pittore olandese fino al compiersi della sua sfolgorante parabola.