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La moltitudine apolitica. Culture politiche e voto alle masse in età giolittiana (1904-1913)

Le Monnier

Milano, 2017; paperback, pp. VIII-312.
(Quaderni di Storia).

series: Quaderni di Storia

ISBN: 88-00-74861-9 - EAN13: 9788800748612

Subject: Historical Essays

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Places: Italy

Languages:  italian text  

Weight: 1.5 kg


1913. L'Italia diventa il sesto Paese al mondo nel rapporto elettori/abitanti e sopravanza Inghilterra e Francia. Nove milioni di cittadini vengono convocati alle urne, metà dei quali analfabeti. Considerati per anni come teppa o plebaglia, questa folla viene percepita dalla classe dirigente conservatrice e progressista come una moltitudine apolitica. D'altronde, il voto alle masse muta irreversibilmente la scena pubblica finendo per condizionare tutti i soggetti che finora l'hanno dominata. L'irruzione del popolo escluso proietta sull'intero sistema interrogativi intorno a grandi questioni come la legittimità, l'esigenza di costituire un partito della borghesia, il rapporto fra esecutivo e assemblea, l'imperatività del mandato parlamentare, la strategia comunicativa e, infine, i costi della politica. Temi di vitale importanza non solo per intellettuali ed accademici, ma soprattutto per gli «invisibili» di Montecitorio che rappresentano quella pletora di notabili la cui presenza si è sempre rivelata funzionale alla tenuta dell'assetto istituzionale.

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