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Gino Gorza, 1923-2001

Hopefulmonster Editore

Torino, Accademia Albertina di Belle Arti, February 26 - May 4, 2003.
Torino, 2003; paperback, pp. 224, 226 b/w and col. ill., cm 21x28.
(Cataloghi Mostre).

series: Cataloghi Mostre

ISBN: 88-7757-163-2 - EAN13: 9788877571632

Subject: Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Monographs (Sculpture and Decorative Arts)

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Places: No Place

Languages:  italian text  

Weight: 1.14 kg


L'Accademia Albertina di Belle Arti, con il contributo della Regione Piemonte, del Comune e della Provincia di Torino, ricorda con un'antologica Gino Gorza, una figura eccezionale di pittore, incisore e operatore estetico nel panorama torinese dell'avanguardia non figurativa della seconda metà del secolo scorso.
Nato a Bassano del Grappa nel 1923, Gorza si diploma nel 1974 all'Accademia di Belle Arti di Torino, alla scuola di Felice Casorati, e già l'anno dopo espone alla XXIX Biennale di Venezia.
Il suo percorso artistico si snoda a partire dagli anni Cinquanta, periodo in cui il mondo artistico vive un momento di disputa tra il figurativo e l'astratto. All'inizio dei Sessanta, con le Impronte, in cui struttura e gesto grafico si amalgamano, inizia il cammino concettuale che accompagnerà tutta l'opera dell'artista, passando attraverso le Panoplie del 1964-65, in cui è il bianco a prevalere e dominare, fino ad arrivare alla serie delle Medaglie del 1967.
Poi Gorza comincia ad interessarsi alla geometria e nasce l'opera Bivalvi (due scudi incernierati che si possono chiudere). Nel 1973 compaiono gli Atti visivi, gli Anamorfi (due trapezi che diventano figure plastiche) e Ubiquità.
Dal 1974 comincia ad insegnare, prima al Liceo Artistico e poi all'Accademia di Belle Arti, fino al 1992, ma il suo lavoro espositivo continua senza sosta, sia in Italia che all'estero.
Gli inizi degli anni Ottanta coincidono con i Mitogrammi e lo vedono protagonista di numerose personali e collettive di richiamo internazionale. Nel 1990 partecipa alla Biennale di Venezia con gli Irrituali.
Gorza ha pubblicato anche una serie di scritti che servono da complemento al suo lavoro: "non ho fatto - sostiene l'artista - che seguire il mio Tao, l'unica via che potevo seguire".
Con le 85 opere esposte, in gran parte dipinti, la mostra torinese ripercorre tutte le tappe, scandite da Gorza con titolazioni simboliche, del suo percorso artistico: dalle Icone degli anni '50, vicine alla cultura Mac dell'amico Galvano, alle Impronte informali e alle Panoplie degli anni '60, che sfociano nelle strutture oggettuali spaziali degli Amorfi e dei Bivalvi, snodo centrale dell'antologica.
L'esposizione propone, poi, le opere degli anni '70 attraverso l'astrazione radicale degli Anni visivi e delle Sinestesie, il recupero di iconicità ed emozionalità delle teche di Artemis negli anni '80 e l'ultima fase di pittura-scrittura dei Mitogrammi, degli Avverbi e delle Interpunzioni.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci