E'respir de grèn a primavera
Società Editrice Il Ponte Vecchio
Cesena, 2024; bound, pp. 144, cm 14x21.
EAN13: 9791259783585
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Come è ormai noto, la poesia dialettale romagnola, dopo le grande apertura dei suoi maestri (da Olindo Guerrini a Aldo Spaccicci), ha conosciuto una memorabile stagione nel secondo Novecento per merito dei poeti santarcangiolesi, longianesi, cesenati, cervesi, faentini e ravennati. I suoi successori si sono mossi assai spesso, con una qualche caduta, intorno ai temi della nostalgia (com'era verde la mia valle), delle tradizioni romagnole dell'ospitalità e della tavola (il viandante assetato sa che finché gli offrono acqua è in Emilia, quando gli offrono vino è in Romagna), dei buoni sentimenti che vivono tra coloro che abitano questa terra benedetta da Dio. Mario Amici non spregia questi temi, propri della gran parte dei poeti vernacolari dei nostri anni, e tuttavia con un taglio suo proprio, che ne definisce l'originalità e lo salva dalla pura e semplice celebrazione del passato. Agiscono anzi in lui l'insistito e affettuoso dialogo con la moglie, ipostasi del valore della donna; il continuo richiamo alla dimensione politica della pace e della guerra; la rappresentazione della crisi di valori che attraversano il nostro tempo, nella quale ritorna la contrapposizione tra il buon tempo antico e il presente tempo di guerra, ma con un taglio etico appassionato. A Mario Amici interessano certamente le ore del giorno, i fulgori dell'alba, la mestizia dei tramonti, l'ondeggiare del grano al respiro del vento, ma più ancora sente come centrali i legami familiari, la fratellanza tra gli uomini, l'ideale di un mondo in pace, l'amore di donna, nel quale infine sente realizzarsi la suprema felicità e alimentarsi la più profonda delle gratitudini [Roberto Casalini].