Disarmonie vittoriane. Rivisitazioni del canone della narrativa inglese dell'Ottocento
Edizioni Carocci
Roma, 2002; paperback, pp. 240, cm 15,5x22.
(Lingue e Letterature Carocci. 19).
series: Lingue e Letterature Carocci
ISBN: 88-430-2181-8
- EAN13: 9788843021819
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Weight: 0.338 kg
Muovendo dall'ipotesi avvincente di una rivisitazione critica del canone vittoriano, Francesco Marroni sviluppa la sua ricerca intorno al paradigma della disarmonia come chiave interpretativa della narrativa inglese dell'Ottocento. In una fase storica in cui il romanzo s'impone come genere in grado di incarnare le tensioni e i dilemmi della società, vi furono scrittori quali Charles Dickens, Wilkie Collins, Elizabeth Gaskell, George Gissing e Thomas Hardy che, insieme alle contraddizioni e ai conflitti del vittorianesimo, misero al centro del loro lavoro letterario la rappresentazione del lato oscuro e inquietante dell'epoca. Pur senza un comune programma ideologico, tali narratori non poterono fare a meno di confrontarsi con quelle tematiche che rimettevano in discussione i fondamenti etico-sociali e ideologici su cui la nazione aveva costruito la sua identità culturale. Non si trattava semplicemente di raccontare gli aspetti più degradanti e distruttivi del cambiamento, ma anche di mettere a nudo l'ìllusorietà di un progetto che, sotto la bandiera della rispettabilità borghese, immaginava un'umanità sempre vocata all'armonia, alla bontà e al comune benessere. Disarmonie vittoriane analizza non tanto il disorientamento ideologico di una nazione, quanto la persistenza del disordine - esteriore e interiore - che implica anche la persistenza del Male. Di qui alcuni grandi romanzi 'disarmonici' come il dickensiano A Tale of Two Cities, The Whirlpooldi Gissing e Jude the Obscure di Thomas Hardy, nei quali, in aperta polemica con il pensiero dominante, la storia umana viene rappresentata come un movimento vorticoso e assurdo verso il Grande Caos, verso la Disarmonia Totale.