Domini Dell'io. Da Leopardi a Giuliani
LED - Edizioni Universitarie di Lettere Economia e Diritto-UNI
Milano, 2024; paperback, pp. 210, cm 15x22.
ISBN: 88-5513-164-8
- EAN13: 9788855131643
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
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Weight: 0 kg
Chi è che dice "io" in poesia? L'io lirico è, per statuto, altro dall'io autobiografico del poeta ma, al contempo, sua emanazione: resta anzi fondativa del genere poetico l'ambiguità referenziale della voce che parla in prima persona. L'acquisizione critica del concetto di io lirico, fin dalla sua comparsa, aiuta proprio a collocare il soggetto della poesia in una dimensione non solo altra rispetto alla realtà biografica del poeta, per quanto a essa legata, ma soprattutto esistenzialmente autonoma: dentro di essa, dunque, l'io lirico deve necessariamente disegnare nuovi e peculiari domini di esistenza, che tracciano, contestualmente, la poetica dell'autore. In quanto affermazione di un esistere autonomo, l'io lirico deve allora fare i conti con i concetti di spazio e tempo, forme basilari e inderogabili dell'essere, oltre che con il linguaggio, forma, alla stregua delle precedenti, del sapersi e pensarsi essere, del prendere luogo e parola. Con queste premesse il volume scorta la declinazione e la trasformazione dell'io lirico nell'epoca moderna e contemporanea attraverso alcuni casi esemplari: Leopardi, Sbarbaro, Quasimodo, Luzi, Giuliani. È a partire da Leopardi che l'individuo si fa pensabile, e dunque rappresentabile e collocabile, solo come prodotto di una relazione praticabile o mancata con l'alterità, fino a lambire i confini della propria sparizione, nel punto dove essere e nulla si confondono e l'io non può definirsi se non contraddittoriamente. Il discorso prosegue analizzando, anche in relazione ad altre esperienze coeve, alcune manifestazioni poetiche dell'io che passano dalla reificazione sbarbariana e dalla mitografia quasimodiana ai tentativi di superamento dell'iocentrismo lirico diversamente messi in opera da Luzi e da Giuliani.