Il capolavoro. Erno Erbstein, storia dei campi di calcio e campi di concentramento
Marsilio
Venezia, 2018; paperback, pp. 192, cm 14,5x21.
(Gli Specchi).
series: Gli Specchi
ISBN: 88-317-1191-1
- EAN13: 9788831711913
Subject: Societies and Customs
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Weight: 0.92 kg
Ungherese, nato a Nagyvárad nel 1898, Ern? Erbstein, intellettuale e umanista prima che grande atleta, si rese presto conto di quanto il gioco del calcio sia essenziale nella cultura collettiva. Smentendo gli stereotipi con la sua stessa vita, riuscì a rivoluzionarlo. Ebbe una carriera di calciatore che concluse in Italia; sperimentatore indefesso, studiò la tattica, le applicazioni fisiche e psicologiche, concentrandosi sull'aspetto motivazionale. Portò in tre anni la Lucchese dalla C al sesto posto in A. A Lucca, città fascista, fu sorpreso dalle leggi razziali: le due figlie, Susanna e Marta, non avrebbero più potuto frequentare la scuola. Il presidente del Torino, Ferruccio Novo, lo ingaggiò. Col Toro fece un anno e arrivò secondo. Nel 1939 Novo lo aiutò a tornare in Ungheria, dove però nel 1944 i nazisti lo rinchiusero in un campo. Riuscì a fuggire appena prima di essere trasferito ad Auschwitz. La moglie e le figlie si salvarono grazie al leggendario Raoul Wallenberg. Dopo la guerra, Erbstein tornò in Italia per mettere a segno il suo capolavoro: la squadra più forte del mondo, il Toro di Valentino Mazzola. Scampato al nazismo, morì coi suoi ragazzi nella tragedia di Superga, il 4 maggio 1949. Davanti alle odierne cronache calcistiche, con tifoserie che si combattono a colpi di slogan antisemiti e infangano i simboli della Shoah, ripercorrere la storia di Ern? Erbstein appare ancor più necessario.