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«Pietà per la creatura!». La durata umanistica e sacrale nella poesia di Pier Paolo Pasolini

Franco Cesati Editore

Firenze, 2017; paperback, pp. 374, cm 16,5x23,5.
(Strumenti di Letteratura Italiana. 62).

series: Strumenti di Letteratura Italiana

ISBN: 88-7667-630-9 - EAN13: 9788876676307

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period

Languages:  italian text  

Weight: 0.79 kg


Pasolini conversa con i classici, come loro brandisce l'arma della poesia, accende un chiarore nelle zone più opache e dolenti dell'esistenza. Pasolini distilla come Petrarca, sogna come Dante, assapora, denuncia, protesta e si commuove come Leopardi, e come i grandi letterati racconta l'ebbrezza e il dolore di essere una «creatura». Il suo canto ha la durata verticale dello studium: un canto umano che resiste all'omologazione, che si dimena per proteggere l'unicità della creatura dalle unghie del Potere che la vorrebbe simile a sé. Per l'umanista Pasolini ogni fragile creatura è intoccabile, sacra, da accarezzare con «pietà». «Egli fu umanista. - diceva di sé - Abbandonò gli studi per girovagare per le periferie: ciononostante gli studi erano in lui». Alludeva alla sua eredità più duratura (che non passa forse per l'indomita militanza antiautoritaria, non per l'ostentata omosessualità, e neanche per lo scandalo del corpo esposto, esiliato, umiliato...). Alludeva all'eredità delle sue parole pietose, dello sguardo umanistico e selvaggio con cui Pier Paolo ha amato la realtà «caso per caso, creatura per creatura».

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