La guerra fuori
ERGA
Genova, 2024; paperback, pp. 340, cm 16,5x23,5.
ISBN: 88-3298-552-7
- EAN13: 9788832985528
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Weight: 0.3 kg
La caduta di Napoleone lascia in eredità all'Italia tre cose: un ammodernamento nel diritto rispetto all'ancien régime, un afflato all'unità nazionale degli italiani sotto il tricolore, e la psichiatria come disciplina a un tempo medica, filosofica e politica. I primi medici che progressivamente si trasformano in alienisti sono, insieme ai ceti mercantili e agli esercenti le altre professioni liberali, tra i protagonisti del Risorgimento all'inizio nella sua fase repubblicana e mazziniana, e poi in quella egemonizzata da Casa Savoia. E dopo il Risorgimento sono coinvolti nella costruzione di una legislazione unitaria nelle materie che li riguardano più o meno direttamente: l'igiene carceraria, la pena capitale, il Codice Penale, il manicomio criminale, e ovviamente l'assistenza psichiatrica. Il loro ruolo di protagonisti della vita nazionale è confermato in occasione della Grande Guerra: gli psichiatri sono testimoni dei traumi che la guerra moderna con la sua spaventosa potenza distruttiva provoca nella mente dei soldati. Eppure, hanno difficoltà a riconoscerne pienamente la natura emotiva, a identificare nella guerra stessa il vero colpevole. E oggi, che la guerra ritorna di attualità anche così vicino a noi e, di nuovo come allora, quasi non è più possibile pronunciare la parola pace, quelle testimonianze, quei dibattiti di allora ritornano a essere un monito: di cosa è stata, di cosa è, di cosa sarebbe di nuovo la guerra.