Vingança

Quando un autore innesca uno stile, se ne cerca sempre la "risposta". Cioè qualcuno in grado di tenergli testa.

Ecco dunque la "risposta", o una "risposta" a Gianrico Carofiglio. Il gioco letterario di Michele Pezone, avvocato nella vita, è palese dal nome del protagonista: Antonio Pace. Che sembra il contrario del Guido Guerrieri di Carofiglio. Collega in legge del protagonista pugliese.

Pace è abruzzese, con il privilegio di vivere in quella Pescara da molti considerata a prova di delitti e di degrado. Può darsi. Ma la vicenda nella quale si imbatte l'avvocato Pace ha del singolare radicamento nella realtà pescarese. Dietro la facciata di vetrine e benessere, il capoluogo abruzzese nutre occasioni di rancore e di vendetta. Perché vendetta significa il termine brasiliano scelto per il titolo. L'avvocato Pace dovrà attraversare l'Atlantico per dipanare un delitto avvenuto nella Pescara bene. L'omicidio dell'architetto Cesare Damiani è di quelli che turbano gli equilibri di una comunità cortese e quieta. Due aggettivi che non si addicono più alle angosce della vedova, Iole D'Ambrosio. Per lei, Pace volerà in Brasile. A confrontarsi non solo con le possibili scaturigini dell'uccisione, ma soprattutto con se stesso.